L'11 novembre, in molte regioni e paesi italiani, si celebra la festa di san Martino, detta anche estate di san Martino. È la ricorrenza, dedicata dalla Chiesa alla memoria del santo e vescovo Martino di Tours, che unisce la tradizione contadina alla liturgia cristiana. In questo giorno avveniva il trasloco della famiglia contadina, da una cascina all’altra o in altro paese. Il clima di quei trasferimenti variava dalla gioia alla tribolazione: ci si poteva trasferire di propria volontà, per scadenza o, come raccontato nel film L’albero degli zoccoli, per punizione.
Ogni mosto diventa vino
L'undici novembre coincideva con la definitiva conclusione dell’annata agraria: era il momento in cui finalmente veniva decretato il riposo dei campi e l'inizio dell'anno successivo. Tantissime e di grande interesse, tra storia e folklore, le tradizioni dei differenti Paesi legate a questa ricorrenza. Spesso si tratta di racconti e 'leggende' ormai perse nella notte dei tempi: dalle grandi fiere del bestiame alle transumanze, fino ai festeggiamenti e ai tanto bramati rinnovi dei contratti agricoli. Oggi permane nei vigneti la tradizione di procedere con l’apertura delle botti di vino novello; certo, non va dimenticato anche il detto a San Martino ogni mosto diventa vino, ancora attuale e vivo nei ricordi di chi quei tempi li ha vissuti.
Il martin pescatore
Alla ricorrenza di san Martino è legato anche il nome comune del martin pescatore (Alcedo atthis): veniva cacciato proprio in questo giorno. La tradizione, purtroppo crudele, lo voleva appeso per la lingua al soffitto. Dalla sua rotazione, mossa dall’umidità e dalla pressione atmosferica, pare fosse possibile prevedere il meteo. Era un triste barometro. Fortunatamente il divieto di cacciare questa meravigliosa specie e la sua tutela, regolata da severe leggi, hanno potuto mettere fine a questa stonata liturgia.