11-06-2024 ore 10:35 | Rubriche - Medicina e salute
di Claudia Cerioli

Assomed: ‘nessuna novità reale per abbattere le liste d'attesa. Risorse esistenti da valorizzare'

Il decreto legge varato dal governo per contrastare le liste d'attesa ha scatenato il dibattito sia a livello nazionale che regionale. In realtà, almeno per quanto riguarda la Lombardia, secondo il sindacato Anaao Assomed Lombardia che riunisce medici e dirigenti ospedalieri e il suo segretario regionale Stefano Magnone, non vi sono particolari novità. Come dichiara: “già ora esiste la possibilità di effettuare prestazioni aggiuntive nel tardo pomeriggio e il sabato, ma occorre trovare il personale per farle, visto che si tratta di persone che hanno già lavorato e devono prolungare, volontariamente, il proprio turno. Già ora esiste un monitoraggio delle liste d’attesa a livello sia regionale che di Ats, ma occorre governare il fenomeno mettendo in campo i correttivi. La regione ha già emanato provvedimenti con risorse aggiuntive per pagare ulteriori prestazioni, tra l'altro imponendo al privato di fare quelle che servono al servizio sanitario e non solo al loro business (per esempio aumentare le visite e non solo le prestazioni strumentali, più remunerative e magari autoindotte)”.

 

‘Chieste sempre maggior prestazioni’

“La coperta è corta e il personale sempre lo stesso. Non solo, già adesso esiste una road map verso il Cup regionale, in cui un cittadino possa trovare uno sportello fisico e non solo un call center, che dia una risposta alla richiesta di prestazioni. Poi però occorre dare corso a leggi e delibere che dal 2015 prevedono il Cup unico in Lombardia. Non si è mai fatto nulla perché certamente non conviene al privato, ma probabilmente neppure alle Asst, vista la concorrenza esistente nel sistema lombardo. Analogamente, già ora vengono chieste ai professionisti sempre più prestazioni, alle quali si aggiunge la gogna della libera professione che, a detta dello stesso Ministro, sembra essere una causa diretta delle liste d'attesa. Nulla di più falso. In conclusione, pur con le differenze regionale e nazionale, il problema si affronta con la buona politica, con le cure e la valorizzazione delle risorse umane e con un management adeguato, non con provvedimenti spot a ridosso delle elezioni o con neppure tanto velate accuse ai professionisti.

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