10-01-2025 ore 19:54 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Le acrobatiche evoluzioni dei gabbiani, comuni o reali, nei cieli del territorio cremasco

Sembrano tante lucine bianche affiancate l’una all’altra, immobili, sopra i ponti che attraversano il canale Vacchelli di via Gorizia e il ponte in ferro sul fiume Serio di via Luigi Cadorna a Crema. Invece sono 'solo' una lunga fila di gabbiani comuni intirizziti dal freddo, ma pronti a tuffarsi nelle gelide acque invernali di fine 2024 e inizio 2025, per racimolare qualche pezzo di pane gettato dai passanti divertiti nel vedere le loro acrobatiche evoluzioni. Da parecchi anni i gabbiani comuni frequentano le acque interne fluviali, greti, fossati, prati erbosi allagati e laghi di cava. Un censimento effettuato nel gennaio del 2022, commissionato dal parco del Serio, ha contato oltre 600 individui, ben distribuiti lungo il percorso del fiume da Seriate a Montodine.

 

 

Gabbiani comuni e reali: le differenze

Sempre nello stesso periodo e nello stesso tratto di fiume, si sono rilevati un’ottantina di gabbiani reali. Queste due specie di laridi sono facilmente distinguibili avendo caratteristiche morfologiche diverse tra loro, molto più grandi i reali decisamente più piccoli i comuni. Ma l’estesa famiglia dei laridi presenti in Europa, circa una ventina con altrettante sottospecie, mette in seria difficoltà anche i più esperti ornitologi e birdwarcher, il riconoscimento della specie. Uno dei motivi è il rinnovo annuale di piume e penne (muta) che molti gabbiani compiono prima di giungere alla maturazione sessuale; oppure, come nel caso dei gabbiani comuni, quello di sostituire il cappuccio del capo, bianco candido in inverno, con un cappuccio copricapo di piume marrone scuro quasi nero in estate.

 

 

Le aree in cui vivono

In Italia e non solo lungo le coste marine e lacustri, ma anche presso aree di pianura agricole, in settori urbani e periurbani, sempre molto legati alla vicinanza con l’acqua troviamo almeno una decina di specie di gabbiani svernanti regolari, di cui solo cinque sono le specie nidificanti. Il gabbiano comune ed il reale, il gabbiano corallino, il gabbiano corso ed il gabbiano roseo: di quest’ultimi si scoprì la nidificazione solo recentemente, a partire dal 1970. I gabbiani, nel tempo, da uccelli pelagici si stanno trasformando in uccelli opportunisti? Forse, ma non per tutti è così, per ora. Sono ancora molte le specie che vivono a stretto contatto con le aree marine e oceaniche, conducendo gran parte della loro esistenza e soprattutto nidificando nel nord Europa: Islanda, isole britanniche, al mar Baltico, nonché nell’entroterra della Scandinavia orientale e della Russia. Altre ancora in Asia Centrale e Mar nero.

 


L’arrivo nelle città

Non è così per il gabbiano comune ed il reale, i quali hanno affinato per bene le capacità di cibarsi nelle discariche, fin dentro le piattaforme destinate alla raccolta dell’umido domestico o inseguendo un aratro che dissoda il terreno. Queste loro attitudini hanno portato ad un incremento notevole di queste specie di volatili, tant’è che in molte città si sta pensando ad un loro contenimento. Pertanto, se ancora immaginiamo che il gabbiano sia solo una specie legata esclusivamente al mare siamo in errore. I recenti censimenti ed il continuo monitoraggio evidenziano, nel caso del gabbiano comune e del reale una frequentazione massiccia in ambienti diversi, città comprese. Roma e Torino già riscontrano a danno dei propri edifici e monumenti la nidificazione di gabbiani comuni e reali, anche a Cremona il gabbiano reale, di recente, ha iniziato la nidificazione. Crema ancora ammira stupita e divertita questi uccelli venuti dal mare e si interroga senza avere risposte sulla loro origine, il loro destino, la loro vita, così diversa e lontana dagli incantevoli tramonti marini decisamente più idonei e confortevoli, ma chissà, forse qualcuno ha già scelto di rimanerci e mettere su casa.

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