09-06-2020 ore 17:30 | Rubriche - Medicina e salute
di Andrea Galvani

Crema. Da eroi e angeli a invisibili in poche settimane: lunedì flash mob degli infermieri

Dagli ospedali alle Rsa sale la protesta: “Non fateci tornare invisibili”. Questo l’obiettivo del flash mob organizzato dagli infermieri di tutta Italia, passati in poche settimane da “eroi” ed “angeli” a “dimenticati”. A Crema l’appuntamento è per lunedì 15 giugno alle 10 nell’area dell’ex ospedale da campo del Maggiore. Come spiega Daniele Castellucchio a nome degli operatori sanitari cremaschi, “nonostante gli sforzi e l’intervento decisivo per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in Italia, la professione infermieristica è ancora troppo sottovalutata in Italia. Per non dire svilita, quando gli stessi operatori sanitari che sono stati in prima linea, rischiando la propria vita per salvare quelle altrui, ottengono una gratificazione economica che per nulla rispecchia le professionalità, i valori e lo spirito con cui si adoperano ogni giorno”.

 

Sempre reperibili

“Nel lavoro quotidiano siamo sempre a rischio e senza festività, senza vivere con i nostri cari le feste comandate, siamo sempre reperibili e impegnati in turni massacranti fisicamente ed emotivamente. Siamo gli stessi infermieri a cui molte persone, in periodo precente alla pandemia, si erano rivolte maleducatamente per cinque minuti in più di attesa, gli stessi che qualcuno ha la presunzione di mettere in discussione dopo una ricerca su Google, ma siamo anche gli stessi che mettono questo in secondo piano per dare spazio alla cura del prossimo. La realtà è che purtroppo non siamo sufficientemente considerati, valorizzati e tutelati per il lavoro che svolgiamo. Senza nulla togliere alle altre professioni, il nostro lavoro è sempre pieno di rischi: contagi diretti o indiretti, malattie professionali, infortuni, ma sempre con l’unico scopo della salute degli altri. Intesi come individui e come collettività”.

 

Enormi responsabilità

Il futuro non è roseo: “Il nostro destino, a causa di protocolli e linee-guida che ci caricano di responsabilità, è quello di chi vede il già minimo margine di errore ridursi sostanzialmente a zero. Nonostante l’emergenza Covid-19 abbia portato alla luce la valenza del nostro lavoro, per ciò che facciamo, non solo per l’impegno e la professionalità, ma anche e soprattutto per le enormi responsabilità che abbiamo nei confronti di chi curiamo, non abbiamo ancora il giusto riconoscimento: sociale, prima ancora che economico”.

 

Aiutare il prossimo”

“L’intera popolazione del Cremasco ci ha sostenuto e valorizzato, in moltissimi hanno contribuito con donazioni dirette e in moltissimi ci hanno mostrato sostegno concreto e psicologico: ringraziamo sinceramente tutti, ma proprio perché questo non cada nel vuoto, chiediamo di non tornare invisibili. Spero che questo messaggio arrivi non solo al tessuto sociale, ma anche e soprattutto agli organi Governativi. Cosa sarebbe successo se la comunità ospedaliera e sanitaria non avesse operato con questa immediatezza, con questa generosità, con questa fatica oltre i propri doveri? Noi non ci siamo posti domande: abbiamo dato il massimo e anche di più, come sempre. C'eravamo, ci siamo, ci saremo. Con il solo scopo di porgere una mano per aiutare il prossimo. Sarà necessario il sostegno di tutti, oggi e in futuro, per essere riconosciuti nei termini e modi adeguati a noi e tutte quelle figure che intervengono nei momenti di criticità massima”.

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