09-06-2015 ore 14:06 | Rubriche - Rivolta d'Adda
di Francesco Jacini

Riabilitazione cardiologica, Tommaso Diaco in pensione: “orgoglioso di aver contribuito alla crescita dell’Azienda ospedaliera"

A fine giugno il dottor Tommaso Diaco, direttore del Dipartimento di Riabilitazione e cardiologica dell’ospedale di Rivolta d'Adda andrà in pensione, dopo trentatré anni di onorato servizio all'interno dell'Azienda ospedaliera Ospedale maggiore di Crema.

Qualifica di Alta complessità
Proveniente dal San Carlo di Milano, nel 1982 ha preso servizio presso il reparto di cardiologia di Crema ed insieme ai dottori Geremia Milanesi e Gianna Zavatteri, nel 2001 è stato tra gli artefici della fondazione dell'Unità di riabilitazione cardiologica. “Nel corso degli anni - spiega il dottor Diaco - abbiamo ottenuto risultati di grande prestigio: nel 2014 alle Unità operative del nostro dipartimento è stata riconosciuta la qualifica ad Alta complessità, grazie alla quale sono state inserite tra i Centri di riabilitazione di eccellenza di tutta la regione Lombardia".

 

Collaborazioni eccellenti
Potendo contare su 20 posti, il presidio di Rivolta d’Adda, grazie all’impegno del dottor Diaco e di tutto lo staff medico, è diventato un punto di riferimento al pari di centri importanti come il Centro cardiologico Monzino di Milano e quello di San Donato Milanese. “Il lavoro svolto in questi anni – sottolinea il primario - è stato importante. In particolar modo è stata migliorata la riabilitazione dei pazienti con scompenso cardiaco cronico. Durante la nostra attività quotidiana ci rivolgiamo sia al Monzino sia a San Donato Milanese, in base alle necessità; inoltre ho un ottimo rapporto personale con il professor Ottavio Alfieri del San Raffaele di Milano”.


Direzione strategica

Nonostante con la crisi economica e la revisione della spesa, la cura dei pazienti è sempre stata di alto livello. Secondo il dottor Diaco “la costante sinergia con la Direzione strategica ed in particolare con il dottor Luigi Ablondi ha consentito al reparto di mantenere alto il servizio e avere un ottimo rapporto con la popolazione. E’ stata sempre valorizzata la persona ed abbiamo evitato tagli inutili: grazie all’interscambio di notizie fra le varie Unità dell’azienda ospedaliera, è stato possibile risparmiare risorse economiche, senza operare a scapito del paziente o della qualità del servizio. Ad esempio, prima di essere trasferiti nella nostra Unità, i pazienti svolgevano alcuni esami nel reparto di provenienza, mentre da noi venivano svolti gli approfondimenti”.


Lavoro di squadra

I traguardi del Dipartimento di Riabilitazione e dell'Unità operativa sono stati ampiamente riconosciuti a livello regionale e nazionale e decisamente importante è stato il contributo fornito in ambito scientifico e gestionale: "Tutto ciò - prosegue Diaco - è stato possibile grazie all'ottima collaborazione e preparazione di tutti i miei collaboratori, che hanno condiviso con me l'aspirazione ad una crescita continua. È stato un vero lavoro di squadra. Devo ringraziare i miei medici, sempre molto efficenti ed efficaci, partendo dalla dottoressa Daniela Zaniboni, i dottori Chiara Meloni e Geremia Milanesi, attuale responsabile della Struttura semplice dello scompenso cardiaco, ma anche la coordinatrice infermieristica, la signora Gabriella Stroppa, gli infermieri ed i fisioterapisti".  Con cadenza biennale, dal 2003 il Centro di riabilitazione di Rivolta d’Adda, ha organizzato incontri dedicati alla presentazione ed allo studio delle nuove tecniche di cura dei pazienti. All’incontro regionale del 2010, tenuto nella splendida cornice di Villa Toscanini a Ripalta Guerina, hanno partecipato oltre 650 persone.

 

L’autonomia cremasca

La riforma sanitaria lombarda potrebbe accorpare l’ospedale cremasco con un’altra struttura. Secondo il dottor Diaco “l’Azienda Ospedaliera di Crema è sempre stata apprezzata e stimata per organizzazione e struttura. Nel prossimo futuro dobbiamo cercare di capire come saranno i nuovi assetti e le nuove regole regionali riguardo le strutture sanitarie locali. Al momento non si sa nulla di preciso, ma vorrei che il nostro ospedale restasse indipendente nella sua attività, soprattutto per la valenza sociale che ha dato nel corso del tempo”.


La crescita dell'Azienda

Trentatré anni di apprezzato e stimato lavoro, riconosciuto a livello nazionale, per il dottor Tommaso Diaco: “Non vado via sbattendo la porta. Sono orgoglioso al pari di altri primari che come me hanno maturato l’età pensionabile di aver contribuito a fare crescere l’azienda con la consapevolezza che in sanità ed in periodo di spending review, la dicotomia tra qualità delle cure ed economicità del sistema è superata dalla consapevolezza dei primari che, insieme alla Direzione strategica, devono trovare le modalità per una spesa ragionata volta alla migliore tutela della salute dei cittadini e del valore sociale dell’Azienda Ospedale”.

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