09-05-2024 ore 18:46 | Rubriche - Gli umani, la natura e la salute
di Romano De Micheli

Il senso delle proporzioni, dalla hybris greca al lungo processo di evoluzione dell'essere umano

Abbiamo rivisto molto sinteticamente i cambiamenti che hanno caratterizzato il mondo degli umani su questo pianeta durante gli ultimi 10-12 mila anni. L’avvento dell’agricoltura e, soprattutto, la rivoluzione industriale hanno trasformato il modo di vivere e l’ambiente in senso nettamente peggiorativo per la salute. Gli umani si sono comportati, e si comportano tuttora, ignorando le leggi della natura di cui fanno parte e in cui sono immersi, come se fossero al di fuori di essa e da essa indipendenti. Nell’antica Grecia questo atteggiamento sarebbe stato definito hybris: un misto di presunzione, orgoglio e arroganza che caratterizza le azioni empie a cui, nel mondo culturale greco, seguiva inevitabilmente la giusta reazione degli dei verso chi di hybris si era macchiato, cioè la “nemesi”.

 

Le proporzioni dei greci

La hybris greca può essere interpretata come una forma di infrazione del senso delle proporzioni nel campo dell’etica, poiché i greci consideravano il senso delle proporzioni come una qualità fondamentale per collocare una qualunque cosa nel contesto della realtà. Essi lo applicarono ampiamente all’architettura e alle arti figurative classiche; pensiamo al Partenone di Atene, proporzionato sul rettangolo aureo. Questa caratteristica di equilibrio e regolarità si può scoprire anche nelle forme naturali, come nella conchiglia del Nautilus. Va però detto che il senso delle proporzioni che abbiamo usualmente ci viene dalla vita di tutti i giorni: il nostro spazio è di metri, chilometri e al massimo migliaia di chilometri, il nostro tempo è di giorni, mesi, anni e al massimo qualche secolo. Ma se vogliamo acquisire un senso delle proporzioni adatto alla visione della natura che ci circonda, allora dobbiamo cambiare scala.

 

La scala spazio temporale

Per quello che riguarda il tempo, dobbiamo pensare che il nostro pianeta ha un’età stimata di 4,54 miliardi di anni. I primi organismi viventi, i batteri, comparvero circa 3,7 miliardi di anni fa. La comparsa della nostra specie è data poco più di 100 mila anni. Per avere un’idea realistica di questi intervalli di tempo, immaginiamo che la terra esista da 10 anni. Su questa scala facilmente accessibile alla nostra capacità immaginativa, la nostra specie sarebbe comparsa poco più di 8 secondi fa. Chi preferisce ragionare nello spazio piuttosto che nel tempo pensi ad un nastro di 45,4 metri, l'età della terra. La comparsa della nostra specie dovrebbe allora metterla a circa un decimo di millimetro dalla fine del nastro.

 

Lo strato d’aria che assicura la vita

La terra, il cui raggio medio è 6371 chilometri, è un pianeta che si muove in un universo che ha dimensioni osservabili di 93 miliardi di anni luce. La luce è veloce: in un anno percorre 9500 miliardi di chilometri. Distanze come queste sfuggono alle nostre capacità di valutare proporzioni. L’unica cosa che si riesce ad apprezzare è l’incredibile piccolezza del nostro mondo terrestre. Ma anche limitando le nostre riflessioni al nostro piccolo pianeta, il senso delle proporzioni va rivisto. La nostra vita dipende dall’aria atmosferica che ci sembra occupare uno spazio enorme sopra di noi. In realtà, non è così. Immaginiamo che la terra abbia un diametro di 10 metri. In questo caso, lo spessore dell’aria respirabile sarebbe di circa 3-4 millimetri. E le stelle cadenti, che immaginiamo appartenere agli spazi interstellari, si accenderebbero, per attrito, a qualche centimetro dalla superficie. In sostanza, l’esistenza della vita, come la conosciamo, è assicurata da uno strato d’aria assai sottile che, per di più, ha densità decrescente allontanandosi dalla superficie della terra.

 

L’evoluzione della natura

Malgrado il nostro pianeta sia minuscolo e pressoché insignificante nei confronti del resto della realtà, su di esso la natura, con le sue leggi così antiche e in uno spazio così limitato, è stata in grado di realizzare cose meravigliose. Pensiamo, ad esempio, a come veniamo al mondo. Con una stupefacente sequenza di trasformazioni, nel tempo di pochi mesi, da una singola microscopica cellula emerge un organismo vivente complesso, pieno di sofisticati meccanismi integrati e coordinati, capace di affrontare le mutevoli vicende della vita. Una potente meravigliosa manifestazione del lungo processo evolutivo che solo da poco abbiamo imparato a conoscere.

 

Il nostro posto nel mondo

Noi umani siamo appena arrivati in un mondo che esiste e funziona da numerosi milioni di anni, un mondo strutturato e complesso di cui possiamo far parte in molti modi. Abbiamo rilevanti possibilità di interazione con questo mondo, ma abbiamo attitudini contrastanti. Siamo in grado di amare e odiare, di costruire e distruggere, vivere in pace e muovere guerra e molto altro. La scelta tra questi percorsi così contrastanti resta un fatto di responsabilità nostra. In ogni caso, però, non possiamo ignorare quale è il nostro posto reale, quasi insignificante, nel mondo in cui abbiamo la ventura di esistere.

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