08-06-2020 ore 21:00 | Rubriche - Medicina e salute
di Gloria Giavaldi

Pediatria e Covid-19. Canidio: “Ascoltate i bambini, riflettete prima di rispondere”

“Non abbiate fretta, ascoltate i bambini, prestate attenzione alle loro domande, ripetetele nella vostra testa. Solo dopo potrete rispondere”. Si rivolge così ai genitori, Emilio Canidio, ex primario dell’unità operativa di pediatria dell’Ospedale Maggiore di Crema, che con i bambini ha vissuto buona parte della vita e ha capito che “bisogna attribuire loro un’importanza immensa. I bambini non sono vasi da riempire di spiegazioni, ma persone con cui relazionarsi”. Soprattutto oggi. “Il lockdown, per chi ha saputo coglierla, è stata, senza dubbio, un’opportunità”.

 

Genitori e figli

Prova a vedere il positivo di una situazione che ci ha privati di tutto, ma ci ha offerto l’occasione di ‘essere famiglia’: “Un’emergenza simile non si poteva spiegare, se non correndo il rischio di angosciare il bambino o di essere fraintesi. Ha giocato meglio chi ha concepito questo tempo lungo come un momento di apprendimento reciproco, sfruttando questo male per migliorare la qualità della relazione genitore-figlio”. Un rapporto essenziale, alimentato dall’amore, che racconta una storia di continua scoperta. “La vera sfida è stata proprio quella di riempire questo periodo di relazioni e non di videogiochi, di modo che, da un lato, il bambino facesse sua la sicura presenza del genitore, e dall’altro, quest’ultimo scoprisse aspetti del figlio che nella frenesia della quotidianità passano inosservati”.

 

Riferimenti

Quanto alle conseguenze che questa situazione produrrà sui più piccoli, Canidio non ha dubbi: “Ora è troppo presto per fare previsioni, ma una cosa è certa, il modello per i bambini sono i genitori, dunque tutto dipenderà dal riferimento che è stato loro offerto. Paure ed incertezze potranno, invece, generarsi tra gli adolescenti”. Fa una pausa, ripercorre anni di visite, incontri e sorrisi e poi ammette: “Ogni bambino è diverso ed elaborerà questa situazione in modo differente”. Magari non da solo. “Anche il rapporto tra fratelli è cambiato. Alcuni hanno imparato a giocare insieme, a vivere, anzi a condividere un tempo lungo ed intenso, piuttosto che istanti brevi e spesso conflittuali”. Insieme, dunque, sono cresciuti. “Hanno imparato a comprendere le esigenze dell’altro e ad adattarsi: questa relazione sarà un patrimonio”.

 

Disabilità

Il pensiero poi va a chi vive quotidianamente le difficoltà, senza perdere il sorriso. “I veri eroi di questa vicenda sono i genitori di bambini con disabilità, che meriterebbero un pubblico riconoscimento”. Canidio ne conosce il timore ed il coraggio, la fragilità e la forza di non arrendersi. “Queste mamme e questi papà hanno vissuto una fatica fisica ed emozionale, un tempo lungo, continuo, senza sollievo, tutto dedicato al figlio”. Una situazione complessa, anche per chi quotidianamente vive la dimensione del ‘prendersi cura’. “Hanno avvertito tutto il peso della fragilità sulle loro spalle, sopperendo a routine ribaltate, terapie interrotte, uscite necessarie”.

 

Gioco e digitale

In un periodo in cui tutto è cambiato, resta, però, una certezza. Semplice, come i desideri di un bambino. “Il gioco salva la relazione con i più piccoli”. In ogni situazione. “Si adatta alla realtà che il bambino vive, ma non cambia, consente sempre di entrare in relazione con lui”. Aiuta ad interagire, sperimentare e scoprire. Da tempo immemore. “Il digitale? Sì, ci ha aiutato a colmare le distanze. Ma non può che essere una pezza, basti pensare a tutte le difficoltà che la didattica a distanza ha causato ai bambini e ai maestri”.

 

Crisi e futuro

Canidio ha vissuto da lontano questa situazione perché “non era un’emergenza pediatrica”, ma pensa si tratti di una “crisi che ha messo in luce i limiti di un modello sanitario da ripensare. Dal male è necessario trarre indicazioni utili per il futuro. Non farlo significherebbe disprezzare il dolore che certe persone hanno patito e farle morire due volte”. Ma il problema non è solo strettamente sanitario: “La vera domanda da porsi è: cosa avremo appreso noi adulti da questa situazione? Spero che qualcosa cambi in meglio”. Se lo augura per gli adulti di domani: “Il Covid viene veicolato dall’inquinamento, non a caso, dove questo era maggiore si è registrata una diffusione più rapida ed intensa. Dunque, cosa aspettiamo a prendere consapevolezza del problema, che a breve riguarderà anche i nostri figli?”. È una questione di oggi, ma soprattutto di domani.

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