08-02-2016 ore 14:36 | Rubriche - Musica
di Afterglow

Wish you were here, ad Abbey Road i Pink Floyd incidono l'inno all'innocenza perduta

Nono album realizzato in studio dai Pink Floyd, Wish you were here è un disco di 44 minuti e 19 secondi di musica di singolare bellezza! Dopo lo straordinario The dark side of the moon, arriva infatti inaspettato questo nuovo incredibile, affascinante LP, ritenuto dagli stessi Richard Wright e David Gilmour il loro preferito. Nei testi scritti interamente dal bassista Roger Waters, il cuore tematico è Syd Barrett l’ex leader del gruppo allontanatosi a causa del suo crollo psicologico; i temi sono il distacco, l’ingenuità e l’innocenza perdute, la critica a se stessi incapaci di svincolarsi dalle logiche del business ma anche ad una industria musicale che pretende sempre il tutto esaurito. Soprattutto si fa riferimento al declino mentale dell'indimenticabile e non dimenticato ex membro della band, Syd Barrett. Le sessioni di registrazione dell’album sono curate dall’ingegnere del suono Brian Humphries.

 

Il diamante pazzo

Quasi ogni traccia di questo album ha una sua particolarità: Shine on you crazy diamond (Brilla diamante pazzo) che prende lo spunto da una frase della chitarra di Gilmour, è ritenuto da molti il miglior pezzo dei Pink Floyd. Si tratta del brano iniziale, diviso in 2 parti e in 9 movimenti, dedicato a Barrett (il diamante pazzo). Durante le registrazioni dell’album, il 5 giugno del 1975, il “diamante pazzo” (Syd) si presenta, irriconoscibile, sovrappeso, con cranio e sopracciglia rasate, negli studi di registrazione. Viene riconosciuto a fatica solo al termine della registrazione. Welcome to machine, introdotto da suoni inconsueti di eliche, campanelli, porte che si aprono, è cantato da Gilmour ed è un chiaro atto di denuncia contro il potere imperante delle macchine: siamo nel 1975! Have a cigar, terzo brano, è cantato da Roy Harper, un musicista che sta registrando un proprio album nello studio accanto. Waters, in difficoltà vocale a causa dello stress causato dall'incisione, gli chiede di sostituirlo ma in seguito si pente perché teme che una voce non appartenente al gruppo possa danneggiare il loro sound. Il pezzo termina sfumando a volume bassissimo come in un cambio di sintonia radiofonica di scarsa qualità e, con il suono di una porta che si apre e una persona che entra in una stanza, inizia Wish you were here (Vorrei che tu fossi qui). Il brano, creato su un riff di Gilmour, è un esplicito richiamo all’amico perduto. L’introduzione del pezzo è registrata dall’autoradio del chitarrista, mentre si effettuano cambi continui di frequenze radio. Per un breve tratto pare sia riconoscibile un frammento della IV Sinfonia di Tchaikovsky. L’atmosfera soffice e impalpabile viene come risucchiata da una spirale di vento in una progressiva rigenerazione sonora che culmina nella seconda parte, conclusiva e strumentale, di Shine On You Crazy Diamond.

 

Copertina e curiosità

La copertina dell'album è ideata da Storm Thorgerson del celebre studio Hypgnosis. Avvolta in un cellophane nero, con il nome indicato da un semplice adesivo, prende il via dall’assunto che le persone occultano i loro sentimenti per timore di rimanere "scottati". La copertura di cellophan nero che doveva stimolare la curiosità del compratore, viene lacerata dai distributori che pensando si tratti di un involucro protettivo, rovinando la sorpresa ai compratori. L’uomo che prende fuoco è Ronnie Rondell, un vero stuntman, al quale il fotografo Po (Aubrey Powell) ha scattato 15 fotografie ai Warner Bros Studios di Los Angeles, mentre una squadra di 34 soccorritori è pronta per ogni evenienza con gli estintori. A causa di un cambio di vento le fiamme bruciano la punta dei baffi di Rondell. Il retro di copertina è l’immagine di Floyd Salesman, un ipotetico rappresentante di commercio senza volto, che Thorgerson immagina vendere la propria anima nel deserto (di Yuma in California). Salesman privo di polsi e di caviglie è l’icona di un "vestito vuoto", un inumano involucro. Wish you were here è l’unico album dei Pink Floyd che negli anni Settanta conquista il primo posto nelle classifiche di vendita, sia in Usa che nel Regno Unito, con un successo così immediato che la EMI, la compagnia di registrazione dei Pink Floyd, non riesce a stampare copie sufficienti per soddisfare l’iniziale domanda. Le fotografie rappresentano i quattro elementi - fuoco, terra, aria, acqua – e richiamano le leggi naturali, in contrapposizione alla massificazione dei guadagni e alla disumanizzazione delle persone, anime spremute dall'industria in cambio di vile denaro: una sorta di psichedelico patto col demonio.

 

Riconoscimenti

Wish you were here, inizialmente contestato da parte della critica, è tuttora al 211esimo posto della lista The 500 Greatest Albums of All Time pubblicata dalla rivista musicale Rolling Stone. Nel 1998, i lettori della rivista Q lo collocano alla 34esima posizione nella classifica dei migliori album di tutti i tempi e nel 2000 al 43esimo posto nella lista dei migliori 100 album britannici di sempre. Nel 2004 Pitchfork Media (magazine web) lo inserisce al 36esimo posto nella lista dei Top 100 albums of the 1970s da loro redatta. Nel 2007 la radio tedesca WDR 2 a seguito di un sondaggio tra i propri ascoltatori lo pone al 1° posto nei migliori 200 album di sempre. L’IGN lo ha classificato 8° miglior disco classic rock di sempre.

 

Formazione

Roger Waters: basso – chitarre - voce; Nick Mason: batteria; Dave Gilmour: chitarre – voce - sintetizzatori; Richard Wright: tastiere - sint.minimoog - VCS3. Altri musicisti: Dick Parry: sassofono; Roy Harper: voce in Have A Cigar.

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