07-11-2023 ore 20:37 | Rubriche - Medicina e salute
di Giovanni Colombi

Tumore alla prostata. Premiate le best practice, menzione speciale per l'Asst di Crema

Stamattina, presso il palazzo Pirelli a Milano, si è svolta la cerimonia di premiazione nell’ambito della prima edizione del concorso best practice in tema di tumore alla prostata e complicanze funzionali post trattamento. Tra i 41 premiati con menzione speciale da Fondazione Onda, c'è anche l'Asst di Crema. A questi si aggiungono altre 13 strutture premiate come best practice e due menzioni d’onore. Tra i presenti alla cerimonia la presidente di Fondazione Onda, Francesca Merzagora, e l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso. Per quanto riguarda l'ospedale Maggiore di Crema erano presenti il direttore generale Ida Ramponi ed il direttore dell’unità operativa di urologia Giuseppe Salinitri. La struttura cremasca è stata premiata “per l’impegno e l’attenzione profusi nella gestione delle complicanze funzionali post operatorie del tumore della prostata”.


Promuovere un'assistenza multidisciplinare

“L’iniziativa – ha chiarito la presidente di Fondazione Onda - parte dal Bollino Azzurro, nato di recente proprio con l’idea di costruire una rete di ospedali che si occupano di tumore prostatico, al fine di offrire alla popolazione l’opportunità di essere correttamente informata, come nel caso delle problematiche funzionali legate al post-trattamento. Il fine ultimo dell’iniziativa è ovviamente promuovere un’assistenza multidisciplinare e qualificata da parte del personale sanitario che possa migliorare la qualità della vita dei pazienti”. Sono circa 564.000 gli italiani con pregressa diagnosi di tumore della prostata, la neoplasia più frequente nella popolazione maschile, che rappresenta oltre 19,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati negli uomini, tanto che solo nel 2022 sono stati diagnosticati 40.500 nuovi casi.

Il percorso riabilitativo
A Crema sono 40 gli interventi di prostatectomia radicale realizzati ogni anno.”Di questi – ha spiegato Salinitri – quasi tutti vengono resi partecipi di un percorso riabilitativo per la gestione delle complicanze post intervento chirurgico, in particolare disfunzione erettile e incontinenza da sforzo. Siamo molto fieri che questo approccio, che ho proposto dopo essermi insediato, sia stato riconosciuto. Questa menzione è simbolo di un traguardo importante e condiviso da tutta la mia equipe, consapevoli che i percorsi non possano rimanere ingessati, debbano, al contrario cambiare e innovarsi per offrire una migliore qualità di vita”.

La situazione attuale
Disfunzione erettile e problemi funzionali di incontinenza urinaria sono condizioni che non solo spesso sono resistenti alle terapie farmacologiche, ma che comportano anche un impatto devastante in termini personali e sociali, segnando spesso l’inizio di un difficile percorso. Una situazione, confermata dalla recente indagine “Tumore della prostata e complicanze post operatorie: stato dell’arte, criticità e prospettive future“ condotta da Elma Research, in collaborazione con Boston Scientific Italia, che ha voluto indagare sul vissuto e sulle aspettative dei pazienti ed esplorare il grado di conoscenza, percezione ed esperienza da parte degli urologi. Ne deriva un’immagine sconfortante, soprattutto se confrontata con quella delle donne che su questo fronte hanno fatto passi importanti e che dopo una mastectomia, trovano più ascolto, tutele, prospettive. Anzi, secondo l’indagine, non tutti i pazienti che sviluppano complicanze funzionali ricevono un trattamento adeguato: infatti, il 33 per cento dei pazienti con incontinenza urinaria e il 35 per cento dei pazienti con disfunzione erettile non viene sottoposto ad alcun tipo di terapia. Da qui l’idea di istituire il concorso per premiare le strutture che propongono strutturati percorsi di presa in carico. “Esprimo vive congratulazioni al dottor Salinitri – ha sottolineato il direttore generale Ramponi - e a tutta l’equipe per questo importante riconoscimento, che ci vede di nuovo attori nell’ambito del delicato percorso della medicina di genere, per una presa in carico appropriata e personalizzata al fine di migliorare la qualità di vita”.