07-11-2020 ore 20:20 | Rubriche - Medicina e salute
di Gloria Giavaldi

Essere infermiere al tempo del Covid tra tecnica, empatia, tirocinio e didattica online

“Prendersi cura significa mettere a fuoco le esigenze dell'altro nella sua interezza”. Anche oggi. Soprattutto oggi. Per Laura Milani, direttore didattico della sezione cremasca del corso di laurea di infermieristica dell'Università degli studi di Milano,“non esiste solo la malattia, non esistono solo la diagnosi e la sofferenza. Esistono anche legami familiari che, pur a distanza, devono poter essere coltivati. Esistono aspetti della vita, pensiamo alla religiosità, che per gli anziani che stiamo accudendo sono essenziali”. Un infermiere deve esserci. Deve garantire un legame con la realtà, donando empatia e competenza. “La professione infermieristica vive un dualismo che spesso è poco riconosciuto: accanto alle competenze tecniche, l'infermiere deve far sentire le persone accolte, deve valorizzarle oltre la malattia e metterle al centro in quanto tali”. Deve farle sentire uniche e non “alcune tra le tante”. È un ruolo difficile, spesso incompreso e poco valorizzato: “Gli infermieri sembrano invisibili, nonché titolari di un ruolo secondario”. Ma ci sono. In silenzio. “La professione oggi non riesce ad essere iconograficamente rappresentata, tuttavia quello dell'infermiere è un ruolo definito”.

 

Tra lezioni e tirocinio

É fatto di competenza e calore. Di legami, fiducia ed ascolto. In una parola: empatia. È questo quello che si cerca di far capire agli studenti, per formare validi professionisti. “Visto l'aggravarsi della situazione pandemica, il personale infermieristico oggi diventa vitale. Per questo motivo l'università ha anticipato la sessione di laurea ad ottobre”. A Crema sono state nove le laureate. È stato richiesto agli studenti uno sforzo notevole, ma così sono stati inseriti complessivamente 281 infermieri nel mercato del lavoro”. Nuove leve che hanno provato sulla pelle cosa significa stare accanto: “Nonostante la didattica online, compatibilmente alle normative vigenti, si è garantito anche l'irrinunciabile tirocinio in presenza. Il mestiere si impara accanto al letto del paziente”. Oltre la didattica a distanza, resta l'emozione di “aver indosso la divisa, aver cura delle persone. Di toccarle”. Donare tempo prezioso. Di essere infermiere e sentirlo sulla pelle. “Lo scorso anno accademico, adeguandoci alle indicazioni della conferenza per le lauree delle professioni sanitarie abbiamo erogato il 40% del tirocinio online, poi appena possibile, dal mese di giugno, abbiamo rimandato gli studenti nei reparti. Quest'anno faremo lo stesso”.

 

Didattica online

Le lezioni oggi continuano a distanza. “L'università, vista la situazione di emergenza sanitaria, ha disposto la chiusura delle attività in presenza. Questo rende tutto più difficile, perché priva gli studenti della socialità”. Nel corso di laurea in infermieristica socialità significa “fare comunità scientifica, assicurando confronto sugli approfondimenti, sulla ricerca e l' interlocuzione con i tutor. Anche per questo ci auguriamo che tutto questo duri il meno possibile per consentire agli studenti di tornare presto a lavorare in equipe”. Ad oggi sono più di 80 gli studenti che frequentano le lezioni. Per il momento, però, resta il bel ricordo di chi ha concluso il percorso accademico. La sezione di Crema dal 2012 ha laureato 73 infermieri. Viva è l'emozione per le ultime tesi discusse: “Sono nove lavori ben articolati ed interessanti”, quelli di Giulia Locatelli, Giada Dedè, Roberta Di Nuzzo, Carlotta Savoldi, Cristina Agus, Federica Verdelli, Marta Bodnar, Alessia Roma, Gloria Nannini. Si avverte la soddisfazione, mista ad una raccomandazione: “Prendersi cura oggi vuol dire anche prendersi cura di noi stessi e dei nostri cari, rispettando i protocolli”.

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