06-01-2021 ore 10:04 | Rubriche - Costume e società
di Sara Valle

Le feste di Natale in via Civerchi. 'Con rifugio, mensa e drop in regaliamo speranza'

Un pranzo condiviso, ricco di speranza e di colori. Non è stato il solito pranzo organizzato dalla Caritas, cui aderivano di solito circa cento persone, ma c’era il desiderio di stare insieme, festeggiare e sorridere, nonostante il Covid. Alla mensa del Rifugio san Martino, gli ospiti hanno fatto festa: “È stato un Natale diverso per tutti – ammette il coordinatore Massimo Montanaro – ma l’intento è stato quello di offrire momenti di convivialità in tutte le strutture d’accoglienza, nel rispetto delle normative vigenti”. Creata nel primo lockdown per rispondere ad un'esigenza pratica, la mensa in via Civerchi “si è rivelata una scelta particolarmente azzeccata, un posto apprezzato, in cui davvero gli ospiti si sentono accolti”. L'obiettivo al dormitorio e alle strutture annesse, che rientrano nel programma due della coprogettazione tra ats Impronte sociali e Comune di Crema, non è solo offrire un riparo ed un pranzo caldo. “Anche in mensa è prevista la presenza di un educatore, al fine di agevolare la creazione di relazioni non solo con l’utente e tra utenti, ma anche tra utenti e volontari”.

 

I progetti futuri

La mensa in Civerchi è una progettualità che merita di continuare. “Durante il lockdown – spiega – abbiamo intensificato la collaborazione con il servizio di drop in erogato dalla cooperativa Di Bessimo, con cui condividiamo parte dell’utenza. Con loro stiamo progettando di dare il via ad un centro diurno che possa accompagnare le persone anche nel corso della giornata”. Si tratta di realtà che rispondono a bisogni diversi con modalità differenti, ma che guardano nella stessa direzione. “Vorremmo creare un’ulteriore occasione di avvicinamento alla marginalità, integrando la presenza di operatori con il coinvolgimento attivo della cittadinanza, attraverso nuove opportunità di volontariato”.

 

Il servizio di drop in

Il servizio di drop in è attivo nelle mattine di lunedì, martedì e giovedì. “È un servizio di riduzione del danno” spiega la coordinatrice Maria Adriana Trovati. “Si rivolge a persone in situazioni di marginalità grave, con problemi di dipendenze di vario tipo. Si propone di soddisfare bisogni primari e attivare la rete dei servizi sociali per consentire a queste persone, anche giovanissime, di riconquistare l’autonomia”. È previsto anche un servizio d’accoglienza itinerante a bordo di un camper che staziona nei pomeriggi di martedì e giovedì presso il Campo di Marte. L’intento è di “offrire vicinanza”. Sempre, anche durante la chiusura. “Durante il periodo di lockdown, dopo una settimana di chiusura e riorganizzazione, il servizio presso via Civerchi è rimasto aperto, nonostante diversi servizi, soprattutto sanitari, con cui collaboriamo, fossero chiusi”. In questo periodo “la vicinanza è stata resa possibile dagli sguardi, abbiamo imparato a parlare con gli occhi”. Provvidenziale si è rivelata la partnership con Caritas: “Svolgiamo attività di segretariato sociale e lavoriamo in rete, ma nel periodo di lockdown eravamo isolati, come tutti. L’attivazione della mensa in Civerchi ci ha consentito di far sentire meno sole quelle persone che già in condizioni ordinarie stanno ai margini e che ora sono ancora più escluse. Il lockdown ha aumentato il divario tra chi può superare questa situazione con facilità e chi sta all’angolo. Il nostro compito resta e resterà quello di stare all’angolo con queste persone per provare a costruire un futuro diverso”.

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