05-09-2023 ore 20:33 | Rubriche - Fatto di ambiente
di Alvaro Dellera

Un fatto di ambiente. In un fontanile cremasco ho visto un re, anzi no, un pollo sultano

Sino ad oggi non risultavano avvistamenti nell’Italia settentrionale del pollo sultano comune europeo, Porphyrio porphyrio (Linnaeus, 1758). Solitamente è confinato e localizzato esclusivamente in poche zone umide della Sardegna e reintrodotto solo alcuni anni fa in Sicilia. In Europa è considerata specie in forte declino ed in uno stato di conservazione sfavorevole tanto da godere di misure speciali di conservazione; protetto dalla Legge 157/92, dalla direttiva Uccelli 409/79/CEE e dalla Convenzione Internazionale di Berna del 1979.

 

Piumaggio inconfondibile

Appartiene alla famiglia dei rallidi come le folaghe e le gallinelle d’acqua, ma dalle dimensioni notevoli fino a 50 centimetri di lunghezza con un’apertura alare vicino ai 90 centimetri. Piumaggio inconfondibile di un intenso blu metallico tendente all’azzurro nelle parti inferiori e presenta un vistoso sottocoda bianco. Il blu violetto della testa è contrastato da una evidente scudo frontale rosso come il possente becco, mentre le lunghe zampe sono rosa intenso. In natura frequenta zone umide di acque dolci o leggermente salmastre con presenza di abbondanti erbe acquatiche e galleggianti nutrendosi di germogli, di insetti, vermi e crostacei. Nidifica trovando nascondigli nelle zone ricoperte da Tipha latifolia, cannucce di palude e di giunchi.

 

Monogamo e stanziale

Il pollo sultano comune europeo è prettamente stanziale, sedentario e monogamo, soggetto a brevi spostamenti che avvengono solitamente la notte per raggiungere luoghi vicini o confinanti o dettati dal peggioramento delle condizioni meteo. La straordinaria e unica osservazione di questo rallide presso i fontanili del Cremasco non si concilia molto con la sua natura di soggetto stanziale e con la climatizzazione esclusivamente mediterranea centro- meridionale. È pure vero che la vegetazione acquatica estiva e le bordure dei fontanili un poco assomigliano ai luoghi scelti dal “sultano” per viverci e nidificare e che questa copertura rigogliosa e fresca abbia attirato la sua attenzione è fuor di dubbio, ma non è nemmeno possibile pensare che si trovi in una fase di migrazione stagionale come lo è per altre specie consimili.

 

Un evento eccezionale

Essendo una specie riproducibile in “cattività” niente di più facile che operazioni di trasferimento a scopo di ripopolamento come avvenuto per la Sicilia, con soggetti importati dalla vicina Spagna, possa far pensare ad un soggetto evaso accidentalmente da voliere di riproduzione. Con certezza, questo soggetto, non resterà a lungo nelle nostre acque interne; ma un sultano in visita nel cremasco resterà per sempre un evento eccezionale. Un po’ come cantavano Jannacci e Fo: “ghet vist cusè? Ho visto un re, ah beh, si beh”. (Immagini gentilmente concesse a scopo giornalistico divulgativo da Gabriele Pagliari).

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