“Convivo perennemente con una sensazione di stanchezza, mialgia diffusa, problemi respiratori, nausea, rash cutanei, perdita di memoria e concentrazione. Il Covid mi ha cambiato la vita”. Laura Pellizza, operatrice sociosanitaria di una rsa del territorio era “solare, attiva, propositiva”. Mai ferma. “Ora non riesco a portare una borsa senza affaticarmi”. È amareggiata anche dal disinteresse delle persone. “I malati di Covid spesso vengono scambiati per ipocondriaci”. Laura ha raccontato la sua esperienza con coraggio anche durante la serata informativa organizzata a Casale Cremasco, giovedì 30 luglio, di fronte ad una folta platea.
Assistenza a domicilio
Il virus l'ha colpita il 13 febbraio. “Verso sera ho avvertito un forte mal di gambe. La notte è subentrata una leggerissima febbriciattola”. Nei giorni successivi si sono aggiunti “dispnea, tosse, gonfiore. Non sono i tipici sintomi di un'influenza”. Solo il 26 marzo con la tac è arrivata la diagnosi: polmonite interstiziale da covid. Poi il tampone è risultato positivo. “Ho avuto paura”. Da lì l'isolamento: “È stato un delirio”. La forma, però, non era delle più gravi. Laura è stata assistita al domicilio dai medici delle unità speciali di continuità assistenziali (Usca), oltre che dal suo medico di base. “Mi hanno garantito un monitoraggio costante e, quando ne ho avuto bisogno, un'assistenza tempestiva. Sono stati molto gentili e premurosi”. Le hanno fornito un saturimetro ed un supporto psicologico continuativo. “Mi hanno consigliato diversi esercizi di rilassamento da fare, oltre a seguirmi nello svolgimento della ginnastica respiratoria”.
Sindrome post covid
Negativa dal 24 aprile, per Laura il Covid non è un capitolo chiuso. “Sto facendo ancora accertamenti clinici. Certi segni resteranno, sia sul corpo che nel carattere. Non sopporto più i negazionisti: il Covid mi ha stravolto l'esistenza. Prima mi divertivo, ora sono senza forze”. A questo si aggiunge la costante paura di una ricaduta: “Non ho anticorpi, anche la speranza di poter donare il plasma è tramontata”. Racconta i sintomi che quotidianamente avverte con pochissimo fiato. Poi si ferma e riattacca: “In Italia, ad oggi, la sindrome post Covid non è riconosciuta nella sua complessità”. Forse anche per questo, insieme ad altri pazienti negativizzati ha deciso di far sentire la propria voce attraverso il gruppo Facebook 'Noi che il Covid l'abbiamo sconfitto', fondato da Morena Colombi. “I disturbi che avverto ogni giorno sono in realtà comuni, la nostra condizione deve essere riconosciuta. Per questo ci siamo rivolti alle istituzioni”.