05-04-2017 ore 11:00 | Rubriche - L’oasi
di Tiziano Guerini

L’oasi. Dal progresso alla crisi patologica del lavoro: l’altra faccia della tecnologia

L’oasi. Come suggerisce il nome potrebbe trattarsi di un luogo dove trovare ristoro, ma anche di un territorio isolato. L’obiettivo è offrire uno spunto di riflessione, non necessariamente polemico, su temi d'attualità. Chiunque può commentare sulla nostra pagina facebook o scrivere a [email protected]. Buona lettura.

 

L’era postindustriale

“La tecnologia, lo sviluppo tecnologico, non crea maggiori (e migliori) posti di lavoro rispetto a quanti ne distrugga”: questo è noto da tempo. In più - e anche questo non è cosa recentissima - da quando la microelettronica si è abbinata all’informatica, si è sviluppata sempre più l’automatizzazione sia dei processi di produzione industriale sia di quelli della distribuzione commerciale. Meraviglia allora il fatto che si sia alzato il numero dei disoccupati e di quanti sono alla ricerca del primo impiego?

 

Una crisi patologica

Se a questi fenomeni si aggiungono il ruolo sempre più invasivo, perché più redditizio, dell’investimento finanziario, e la delocalizzazione delle fabbriche in luoghi dove il salario dei lavoratori è particolarmente basso (e i diritti inesistenti o quasi), stupisce il fatto che in occidente, e in particolare in Europa, si stia vivendo una crisi dei posti di lavoro non contingente ma patologica? Agli intellettuali e ai politici spetta immaginare ed attuare non tanto impossibili inversioni di rotta, quanto una strategia per il futuro che non sia il pauperismo e nemmeno l'aggressione antiecologica al mondo e alla natura.

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