Le foto di Enrico Orsini ritraggono un istrice (Hystrix cristata). Il più grande roditore europeo è avvolto da un folto e caratteristico strascico di aculei: lo rende ricco di fascino e mistero. Particolarmente schivo, dalle abitudini notturne, viene ripreso intento a ricercare in tutta fretta un riparo dentro un cavità del terreno. L'evento si è registrato in territorio lodigiano, in un’area dove antichi terrazzamenti fluviali, più o meno estesi, e la relativa vicinanza dei fiumi Adda, Lambro , Po e Ticino sono ostacoli naturali all’espansione di specie mediterranee provenienti dall’appennino tosco emiliano , ma tanto invitanti dal punto di vista naturalistico per la presenza di estese aree ancora ben conservate.
L'istrice nel Cremasco
Diverse possono essere le ragioni che spingono gli istrici ad espandere il loro areale verso nord, a partire dai cambiamenti climatici che rendono gli inverni sempre più brevi e miti. In provincia di Cremona e nel Cremasco gli istrici sono noti da luglio 1999. Ad oggi il comprensorio provinciale cremonese conta circa una trentina di segnalazioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di soggetti investiti e rinvenuti privi di vita lungo la rete stradale. Altri sono intrappolati in gabbie per nutrie e altri ancora si presumono per la presenza di numerosi aculei sparsi sul terreno. I siti in cui è probabile la presenza dell’istrice sono connotati da ampi argini, ripide scarpate, terrapieni naturali ricoperti da vegetazione arboreo arbustiva con la presenza di tane di tasso, volpe e nutria. Si tratta di posti che l'istrice può occupare abusivamente.
Osservazione
In un caso particolare, a Fiesco nell’agosto 2009, (rivista della provincia di Cremona – Pianura numero 24 ) il roditore è stato ritrovato dentro una trappola per nutrie. Precedentemente pare avesse fatto ricorso alla tana di un coniglio selvatico. In questo contesto l'osservazione fotografica assume un importante valore zoologico ed ambientale poiché le abitudini crepuscolari e notturne di questo tranquillo mammifero vegetariano rendono difficile capire il livello di espansione a nord del fiume Po. Ad oggi manca anche la prova della riproduzione della specie, che determinerebbe anche la stanzialità dell’istrice nella nostra provincia.