Areu Lombardia è in prima fila nel combattere la violenza sulle donne. “E lo fa con personale altamente preparato e qualificato a prendere in carico la persona vittima di violenza non appena arriva la chiamata al numero unico per l’emergenza 112 e con la propria app Where are U”, lo ha affermato il direttore generale Massimo Lombardo, durante il suo intervento a Palazzo Lombardia in occasione del convegno Contro la violenza, una rete al tuo fianco, organizzato dall’assessore regionale alle politiche sociali, Elena Lucchini.
Where are U
L’applicazione, attiva in 14 regioni (Lombardia, Lazio, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Piemonte, Valle d'Aosta, Toscana, Marche, Umbria, Sardegna, Calabria, Abruzzo, Puglia e nelle province autonome di Trento e Bolzano) da 10 anni, può davvero fare la differenza in caso di emergenza anche grazie alla chiamata silenziosa. Con un semplice tap, è possibile contattare i soccorsi (forze dell’ordine, vigili del fuoco e soccorso sanitario) che, grazie alla geolocalizzazione, possono arrivare sul posto anche se il chiamante non può parlare. “Un piccolo strumento – ha proseguito Lombardo - che supporta e rafforza le potenzialità del nostro gruppo di lavoro dedicato alla presa in carico extra ospedaliera delle donne vittime di violenza”.
I dati del 2023
Da un’analisi sulle chiamate arrivate nei primi cinque mesi del 2023, sono state identificate 2.594 richieste di soccorso ascrivibili a violenza di genere e ricevute dal numero unico emergenza 112. Circa il 10 per cento di queste arriva all’emergenza sanitaria, mentre il 90 per cento alle forze dell’ordine. Spesso, dopo l’intervento delle Ffoo, viene contattata l’emergenza sanitaria perché la donna riporta lesioni. “Areu si prende cura delle donne garantendo professionalità e vicinanza, attraverso un percorso formativo che abbiamo strutturato sui differenti setting lavorativi nei quali i nostri operatori lavorano. Vale a dire Nue112 (primo contatto), Soreu (secondo contatto e ricezione delle informazioni sanitarie) e Articolazioni aziendali territoriali (attività sui mezzi di soccorso, cioè chi soccorre). Grazie a un sistema di valutazione standardizzato basato su cinque domande i soccorritori sono in grado di identificare tempestivamente le situazioni a più alto rischio e fornire un supporto adeguato”, ha concluso il direttore generale.