“Assumo l’impegno e la responsabilità di esserci, assicurando la massima dedizione nell’esercizio delle mie funzioni, con l’auspicio di sostenere una comunità professionale coesa e motivata, attraverso il confronto continuo e la collaborazione incessante di tutti” . Si presenta così il nuovo provveditore di Cremona, Filomena Bianco. Di origini siciliane, succede a Marco Fassino. Preso servizio a Cremona nei giorni scorsi, ha deciso di scrivere a tutto il mondo scolastico cremonese, alla dirigente dell'ufficio scolastico regionale, Augusta Celada, ai docenti, al personale amministrativo e agli studenti. Persegue l'obiettivo di “ripensare la scuola all’interno di un aggiornato paradigma pedagogico” basato sulla “coesione sociale, l’etica della solidarietà e dell’impegno responsabile”.
Comunità educante
Auspica “fin da subito un prezioso contributo da parte di ciascuno, convinta che solo puntando alla costruzione di collaborazioni educative strategiche e all’organizzazione di servizi integrati con il territorio, si possano ascoltare e fronteggiare i bisogni reali dell’utenza, all’interno di un progetto educativo chiaro, trasparente e condiviso. In tale prospettiva, l’efficacia dell’azione educativa messa in campo dalla scuola, non potrà prescindere da una costante e proficua attività di collaborazione e di alleanza con le diverse reti istituzionali e con tutte le realtà formative, sociali, economiche e politiche della provincia cremonese, dalle quali sono sicura giungeranno sostegno e spunti fruttuosi e significativi”.
Il diritto alla differenza
Bisogna ripartire da “strategie didattiche attente, plurali e accessibili, con uno sguardo accurato verso chi, ora più che mai, si trova maggiormente esposto a forme, nuove e meno nuove, di disagio e/o di sofferenza psichica, socio-emotiva, economica, con rischio elevato di insuccesso scolastico e formativo precoce”. Parla di inclusione, ma anche di tutela delle diversità. Meglio “del riconoscimento di identità integrate, valorizzando non solo le differenze, ma il diritto alla differenza, per educare, fin dai banchi di scuola, ai valori del dialogo, del rispetto, dell’ascolto autentico dell’Altro, sradicando fin dal nascere ogni forma di odio, violenza, discriminazione, estremismo”. Infine “servono risorse, servono progettualità formative allargate e con-divise, per la corealizzazione di veri e propri progetti di vita e per la formazione di persone libere, responsabili delle proprie idee e delle proprie azioni”.