Dopo la modifica del bando per l’affidamento della piscina ai privati, “il Consiglio comunale non è stato chiamato a ri-deliberare, non è più stato chiamato ad approfondire adeguatamente la materia negando di fatto la possibilità ai consiglieri comunali di proporre soluzioni probabilmente più coerenti, lineari ed avvedute, a fare scelte al riparo da illazioni. Come non chiedersi, naturalmente, perché per il primo bando di gara poi andato a vuoto si sia richiesto il voto determinante del consiglio comunale?”. Lo domanda Simone Beretta, capogruppo per Forza Italia in consiglio comunale, avanzando perplessità in merito al percorso istituzionale che ha portato alla variazione di alcune parti del bando di gara.
Dubbi sulla trasparenza
Secondo Beretta, “la cosa umiliante è anche che il sindaco, dopo aver fatto in perfetta solitudine scelte istituzionalmente e politicamente inaccettabili, abbia chiesto la convocazione della commissione di Garanzia a cose fatte, con la decisione di giunta già presa e con la nuova gara già bandita. Quest’ultimo atto invece grida vendetta a Dio per incoerenza, insipienza e mancanza di lealtà istituzionale generando dubbi di trasparenza e facendo sprecare inutilmente del danaro pubblico. A che cosa è servito convocare una Commissione se non era più possibile fermare il percorso intrapreso?”
Secondo passaggio in Consiglio
Quello applicato dal sindaco è “un metodo di lavoro e di comportamento istituzionalmente irragionevole ed irrispettoso del ruolo dei consiglieri comunali. Non può il sindaco intimamente ritenere che a condizioni profondamente modificate non dovesse ritornare proprio in Consiglio comunale. La gestione del potere affidatole richiede sempre il massimo della trasparenza possibile ed in questo caso ciò non è avvenuto. Ribadisco che a fronte di un nuovo bando, perché cosi è, per una nuova gara andassero riviste le modalità di accesso dei concorrenti, aprendolo anche a nuovi rispetto a quelli che avevano partecipato alla gara di preselezione”.
“Percorso inopportuno”
“Mi chiedo perché Scrp si sia prestata ad un percorso probabilmente inopportuno; non può certamente essere il parere di un avvocato dello Studio Lanzalone a dirimere questioni che un altro avvocato, altrettanto di parte, ad esempio scelto da noi, potrebbe tranquillamente controvertere. Rifletta Scrp se le convenga insistere a proseguire nel gestire un bando purtroppo oramai pubblicato ma che non presenta l’adeguata trasparenza richiesta. Al ritorno dalle vacanze – conclude Beretta – chiederò un incontro alle minoranze per capire insieme il da farsi”.