Stamattina, presso la sala Pietro da Cemmo a Crema, si è tenuto un convengo di confronto sull’organizzazione delle politiche socio sanitarie territoriali, organizzato dall’Area omogenea crema con il supporto di Consorzio.it. L’incontro, dal titolo “Coordinare le politiche sociali e socio sanitarie all’interno dell’Area omogenea – valorizzare il modello dei sub ambiti per un nuovo protagonismo dei sindaci”, ha avuto come tematica principale la promozione e l’organizzazione di un welfare di territorio, espressa da vari rappresentanti delle istituzioni e del terzo settore.
Integrazione sociale e socio sanitaria
L’evento è stato aperto dall’introduzione di Gianni Rossoni, presidente dell’Area omogenea: “Il focus di oggi sarà sul tema dell’integrazione sociale e socia sanitaria. Come Area omogenea vogliamo definire sempre di più gli strumenti per una politica integrata. Il nostro obiettivo è dare alle Asst la possibilità di sviluppare un polo ospedaliero e territoriale, quest’ultimo della cronicità e fragilità. Il convegno odierno rappresenta un’occasione per ribadire la centralità del dialogo. Attraverso il confronto e la collaborazione, possiamo costruire un welfare locale più inclusivo, efficiente e efficace, capace di rispondere con professionalità e responsabilità alle sfide”. Per il direttore generale dell’Asst di Crema, Alessandro Cominelli la fragilità è una “questione che riguarda tutti da vicino. Questo è il tema da affrontare, partendo dall’importanza di tre elementi: l’integrazione socio sanitaria, una cura più vicina alla persona e al domicilio e l’istituzione delle case di comunità, quest’ultima in arrivo nei primi mesi del 2025”.
Sguardo agli ambiti cremaschi
“In ambito sociale il cremasco è da tempo, e in modo raffinato, attrezzato e affinato. Sull’area socio sanitaria si fa molto, ma è meno coperto in alcuni settori, tra cui quelli dell’anziano, rispetto alla provincia”. Così Diego Maltagliati, direttore socio sanitario dell’Ats di Cremona e Mantova ha commentato i due ambiti del del territorio. Per un’integrazione socio sanitaria maggiore, Maltagliati ha individuato le priorità di lavoro: “una presa in carico con Punti unici di accesso (Pua) e una valutazione multidimensionale dei bisogni. È necessario perseguire il pieno coordinamento delle cure domiciliari e la costituzione di piani individuali integrati. Dare priorità ai settori connessi agli interventi per minori e famiglie in condizioni di disagio. Infine, aumentare il grado di coinvolgimento dei soggetti del terzo settore negli interventi a valenza socio sanitaria, attraverso la co programmazione e la co progettazione.
Modello dei sub ambiti
Su un nuovo protagonismo dei sindaci all’interno dell’Area omogenea si è espresso Fabio Bergamaschi, sindaco di Crema e presidente dell’assemblea dei sindaci nell’ambito sociale e nel distretto socio sanitario: “I sindaci si stanno interrogando sulle modalità di realizzazione di un modello di welfare più efficace, che mantenga e implementi una dimensione di prossimità al cittadino, attraverso la valorizzazione dei sub ambiti, e che possa consolidare la centralità dei sindaci e il costante dialogo tra la struttura tecnica delle amministrazioni locali e tutta la governance che presiede la tematica del welfare sociale e socio sanitario a livello territoriale”. Secondo Nicola Basile, della società Benefit Post, i sub ambiti come luoghi di confronto politico “saranno dei luoghi dove promuovere orientamenti politici di natura strategica, partendo dalla prossimità ai territori”.
Il terzo settore
Ad aver portato il proprio contenuto sono stati diversi attori. Carolina Maffezzoni, direttrice socio sanitaria dell’Asst di Crema si è concentrata sul Ppt, ritenuto “un’occasione di integrazione tra sociale e sanitario all’interno dei sub ambiti”. La dirigente dell’ufficio di piano, Francesca Moruzzi ha portato il contributo della programmazione zonale e del Piano di zona. Davide Vighi, direttore della Comunità sociale cremasca (Csc) con il ruolo della stessa all’interno dell’organizzazione dei sub ambiti. Sergio Silvotti, segretario generale del forum del terzo settore Lombardia e “l’importanza del terzo settore nella co programmazione e co progettazione. Infine, Annalisa Mazzoleni, direttore generale della Fondazione benefattori cremaschi si è concentrata sui “nodi del territorio cremasco”, individualizzati nelle fondazioni e Rsa.