30-05-2024 ore 20:07 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Bergamaschi ‘allarga la squadra’ per immaginare ‘città e servizi dei prossimi 20 anni’

Introducendo il dibattito dedicato alla presentazione della nuova giunta comunale, Fabio Bergamaschi ha ricordato come nel precedente consiglio sia stato affrontato un passaggio dedicato alla “riorganizzazione della parte tecnica del comune”. E visto che “tutti si tiene”, il rimpasto di giunta va letto in quest’ottica: “è un preciso disegno che ho in mente e voglio attuare”. In sostanza il tempo stringe (“Ho un orizzonte di tre anni, dopo si vedrà, col passaggio elettorale”) ed è elevato il rischio di non realizzare, per il sindaco il verbo è traguardare”, gli “importanti obiettivi posti all’attenzione dei cittadini”. Cittadini che “hanno dato consenso con ampio mandato” alla coalizione e al suo programma. Ne consegue che il primo cittadino abbia anche il “mandato”, in seguito rivendicherà “l’autonomia” e “la responsabilità”, di trovare “gli strumenti migliori per la sua realizzazione”.

 

Capacità di adattamento

Allargando il campo, l’amministrazione comunale è chiamata a dimostrare una “capacità di adattamento ai vari contesti delle diverse forme organizzative”. Ovvio, “non senza qualche fatica umana”, in particolare quando si è costretti a prendere delle decisioni, comunicando a colleghi di lungo corso che devono “fare un passo indietro per il bene della squadra”. Ecco quindi “le modifiche all’organizzazione della parte tecnica e all’organizzazione della parte di indirizzo della giunta”. Un’operazione ponderata, tutt’altro che repentina: “discende fin dall’inizio del mandato”. Il sindaco non ha mai “fatto mistero” che avrebbe fatto ricorso al settimo assessore, non appena fosse stato possibile, o se volete, necessario.

 

Senso di appartenenza

“Quello di oggi è un allargamento della squadra”, ha aggiunto Bergamaschi. Una squadra che deve contare sul “senso di appartenenza” e sulla “interpretazione dei ruoli” che il sindaco ha in mente. Perché “l’obiettivo” non è solo “traguardare i punti programmatici”, ma “farlo nel migliore dei modi”. A scanso di equivoci, i nuovi ingressi in giunta devono consentire di “raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi all’inizio del mandato”. Per Bergamaschi si tratta di un percorso lineare: “Non è un caso che in quest’aula, in più passaggi, ho definito come decisivo l’anno 2024. Questo ente si trova ad affrontare misure straordinarie di riprogrammazione”. Ne deriva “la necessità di un ripensamento e una riorganizzazione della parte di indirizzo e della parte tecnica”. Sbaglia, secondo il sindaco, chi parla di “un azzeramento” o di “un pit stop”, perché “non è stato perso un solo giorno di attività amministrativa”. Fermandoci a John Belushi, per non incorrere in letture scomode, ‘quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare’: o meglio, “la interpreto come una fase di gioco in cui l’allenatore si assume la responsabilità che gli elettori e la legge gli attribuiscono e decide come meglio schierare le persone a disposizione”.

 

Distribuzione dei pesi

Se per Italia Viva, con un ficcante richiamo ecclesiale per l’incedere e l’eloquio del primo cittadino, è un chiaro esempio di “sinecura amministrativa”, per Bergamaschi, al contrario, si tratta di “un dialogo alto, politicamente disinteressato, personalmente disinteressato e consapevole del fatto che siamo chiamati ognuno, pro tempore, a interpretare il proprio ruolo in una logica di servizio alla città”. Il settimo assessore consente al sindaco “una redistribuzione delle deleghe che prima non era possibile”. Oltre “al potenziamento numerico”, si procede “alla distribuzione dei pesi”. Bellandi avrà “il compito di conservare l’impostazione esistente e avviare una fase, per quanto possibile espansiva. Sapendo che sarà un compito non certo semplice perché più volte abbiamo evidenziato quanto le politiche fiscali degli enti locali siano compresse”. Pagliari, assumendo le deleghe ai lavori pubblici e alla viabilità, avrà “un compito importante, arduo, ma ha le spalle larghe per affrontarlo”. Potrà contare “su un percorso imprenditoriale che ne attesta le capacità e un percorso da amministratore pubblico nell’ambito delle partecipazioni che il territorio in passato aveva messo a disposizione dell’organizzazione dei servizi”. Mettendo in chiaro di non avere “alcuna personale attesa messianica per chi subentra”, ha però la “consapevolezza di aver individuato due profili di primissimo piano espressi dalla società civile. Sono orgoglioso abbiamo risposto sì alla chiamata”.

 

I prossimi 20 anni

In chiusura il ruolo di Cinzia Fontana, vice sindaco, evidentemente titolare delle deleghe di maggior peso, nel disegno di Bergamaschi. Siamo arrivati “all’anno del Pgt, l’anno del racconto della città”. Ora si dovrà “guardare ai prossimi 10, forse 20 anni della nostra città. Quando si disegna la città si disegnano anche i suoi servizi. Ho bisogno della duttilità che una persona dell’esperienza di Cinzia possa mettere in campo in una fase decisiva. Non siamo in una fase di gestione, ma di immaginazione e progettazione della città di domani”. Chiaramente “gli assessori lavoreranno in sinergia”, anche se “il sindaco deve restare un poco su ogni argomento”. D’ora in avanti “non c’è dubbio che sarà estremamente stimolante fare da sponda, quando sarà necessario, nell’andare a identificare tutti i temi che qualificano un mandato: tribunale, stalloni, passaggio a livello, cluster, Pierina ed altri”. In sostanza, Fontana avrà un ruolo strategico: “Non a caso anche la delega al patrimonio, che prima era del sindaco, ora viene affiancata alle deleghe dell’assessora, per fare sì che la valorizzazione degli asset patrimoniali possa essere coerente con lo sviluppo del piano di governo del territorio che si andrà a sviluppare”.

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