“Qui pro quo surreale”. Così lo definisce l'ex presidente della Provincia di Cremona, affidando agli amici di Facebook l'ardua sentenza: “Questa mattina mi sono diretto bel bello verso gli uffici del Parlamento di Strasburgo per ritirare il mio lassaiz passer. Guardate che cosa sono stati in grado di fare (non è uno scherzo)”. Come si può vedere nell'immagine, gli addetti alle operazioni di accreditamento degli eurodeputati hanno confezionato un lasciapassare per Massimiliano Salini inserendo correttamente tutti i suoi dati anagrafici, ma la fotografia di un sorridente Matteo Salvini.
Somiglianze inattese
A parziale giustificazione del personale di stanza a Strasburgo, evidentemente distratto da altre e ben più alte occupazioni, le indubbie, seppur inattese somiglianze: entrambi di centrodestra (Ncd Salini, Lega Nord Salvini), hanno capelli scuri e non portano gli occhiali. Entrambi italiani, sono lombardi e hanno 42 anni. Classe 1973, sono addirittura nati nello stesso mese, a due giorni e a pochi chilometri di distanza: Salvini il 9 marzo a Milano, Salini l'11 a Soresina.
La fricativa labiodentale
A livello lessicale, che un po' di grammatica non guasta mai, uno dei due – arduo scoprire quale! – sconta la carenza di una fricativa labiodentale sonora; l'evento cambia certo l'identità del soggetto e volendo esser pignoli anche la metrica ne risente un poco. Giovani rampanti della politica italiana, più chiacchierato uno dell'altro, sono però sono divisi da un paio d'insormontabili diversità: la barba e l'orecchino, tutti addosso a uno. Si tratta certo di dettagli, accessori che possono essere modificati in men che non si dica: e in fondo, ciò che oggi appare una certezza e caratterizza una persona, svelandone messaggio e missione, non è detto che domani possa godere di altrettanta rigidità.
Scenari futuri
Non è invece un segreto che a dividerli ci sia la fede, in questo caso e viste le risultanze, quella scritta con la minuscola: Salini è tifoso granata, o meglio, "del grande Toro", mentre l'altro è un acceso milanista. Distanze e alleanze, in fondo, se riportate però al loro mestiere, ossia la politica, spesso durano il volger di un sospiro. Quindi a ben vedere, il maldestro addetto dei lasciapassare strasburghesi, potrebbe in realtà essere un fine conoscitore dell'arte dell'amministrare e aver (solo) giocato d'anticipo.