Stamattina il piazzale dove sorgeva l'ospedale da campo nel quale operarono medici e infermieri cubani è stato intitolato alla Brigata medica cubana Henry Reeve. Presenti alla cerimonia l’ambasciatore di Cuba in Italia José Carlos Rodriguez Ruiz, il console generale di Cuba a Milano Llanio Gonzalez Perez, il sindaco di Crema Stefania Bonaldi, la vice prefetto Teresa Gandolfo, la direttrice generale dell’Asst di Crema Ida Maria Ada Ramponi, il presidente dell’associazione nazionale di amicizia Italia Cuba Marco Papacci e il segretario del Circolo di Crema Fausto Lazzari.
La solidarietà
“Quella di oggi – ha commentato il sindaco - è la rappresentazione visibile di un annidamento nel cuore della nostra comunità, qualcosa che è già accaduto ormai diversi mesi fa e che in questo momento formalizziamo, dichiarandolo pubblicamente, rendendolo testimonianza, costituendolo patrimonio comune. Iniziato quando sulla nostra comunità si è riversata una minaccia senza precedenti, paralizzando le vite di tutti, mettendo a repentaglio quella di molti, portandosi via diverse esistenze. È stato in quei giorni che sono arrivati i nostri fratelli cubani della brigata “Henry Reeve”, erigendo un muro contro ciò che ci minacciava, usando il cemento della competenza, della passione, della compassione e della solidarietà”.
Il ricordo di chi ha perso la vita
“Sono stati testimoni dei nostri lutti, come persone di casa, sanno quanto noi che dietro a ognuna di quelle vite, scomparse nell’impotenza generale, c’è un lamento che rimarrà per sempre sospeso nell’aria, nella nostra storia, nelle nostre sensibilità; un lamento che sembra ripetere i nomi e i cognomi delle persone perdute, simbolo di un desiderio di memoria che il nostro Comune un anno fa aveva scolpito sul marmo, rendendolo perenne attraverso una lapide esposta in un luogo simbolico, il famedio di Piazza Duomo, dove farà parte del paesaggio urbano di Crema per secoli, speriamo per millenni. Allora avevamo ricordato i nostri morti, pronunciandone il nome, oggi vogliamo pronunciare il nome di Gracilano Bartolo Diaz, membro della Brigata arrivata in soccorso a Crema e morto di Covid all'Avana la scorsa estate. Anche Gracilano è uno di noi e merita sia ricordato il suo nome”.
“Eravamo naufraghi e ci avete soccorso”
“Come il gesto compiuto mesi fa, anche questo con l'intitolazione di oggi, in un luogo altrettanto simbolico e carico di memoria, vuole essere pregno di significato. È il “messaggio in bottiglia” che consegniamo ai nostri figli e a tutti i nostri discendenti, perché mantengano umiltà e soggezione davanti alla natura, spesso madre, talvolta matrigna, abbandonando ogni illusione di onnipotenza. Ricordando che la salvezza non arriva mai da uomini e donne soli al comando ma da comunità solidali, affratellate da sentimenti di compassione e condivisione. Aggiungiamo un luminoso capitolo al libro cremasco dei ricordi, ma nello stesso tempo esaltiamo il presente, perché siamo ancora qui, insieme, a ricordare ciò che va ricordato, un elenco lungo di apprendimenti e di persone che fanno parte dello stesso contenitore, perché il dolore e le lezioni devono andare di pari passo. Per tale ragione, da oggi questo piazzale servirà a ricordare. “Eravamo Naufraghi e ci avete soccorso, senza domandarci il nome né la provenienza”. Uno degli apprendimenti più grandi e più belli di quei giorni dolorosi che voi avete saputo lenire e consolare, e Crema non dimenticherà”.