29-10-2013 ore 18:09 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Centro culturale arabo. Il sindaco Stefania Bonaldi: "Crema è garante di diritti inalienabili". Molto insoddisfatto Torazzi

Continua a far discutere l'ipotesi di realizzare un Centro culturale arabo a Crema. Durante il consiglio comunale di ieri, il sindaco Stefania Bonaldi ha replicato all'ennesima interrogazione di Alberto Torazzi, capogruppo della Lega Nord, sull'argomento.

La raccolta firme della Lega
L'ex deputato leghista continua ad opporsi strenuamente all'"insediamento di centri culturali, moschee ed altri luoghi di culto afferenti alla religione musulmana". Il Carroccio ha promosso una raccolta firme a tappeto in città e sul'intero territorio cremasco: i sottoscrittori complessivi sono stati 870, residenti 653, non residenti 117. Il Comune - in particolare l'amministrazione di centrosinistra - ha da tempo scelto la strada dell'integrazione, favorendo incontri tra la comunità cristiana e musulmana di Crema.

Diritti inalienabili
"Ascoltare i cittadini - ha spiegato il sindaco in Aula - è sempre stata nostra premura, ma non quando questi invocano la sottrazione di diritti altrui, diritti che non possiamo né vogliamo negare perché, come in questo caso, appartengono a ogni individuo e a ogni gruppo umano e sono inalienabili. Non intendiamo in alcuno modo interferire con la pratica religiosa degli cittadini islamici, soltanto perché una parte della cittadinanza, decide che possono pregare solo gli appartenenti alla propria religione. Dunque, non solo non interferiremo, ma proprio perché devoti ai diritti di ogni uomo, favoriremo l’esercizio di pregare per tutti quegli islamici che chiederanno di farlo sul nostro territorio".

Dialogo fra comunità
Il sindaco ha sottolineato come qualche ora prima del consiglio comunale, a palazzo comunale sia stato ospitato un primo incontro votato al dialogo fra la comunità cristiana e la comunità islamica cremasca, ritenuto "un valore non solo religioso, ma anche civile e da sostenere, in una comunità matura".

Garanzia
Sulla materia Stefania Bonaldi è stata piuttosto chiara: "i diritti umani, quando sono esercitati pacificamente, saranno garantiti sempre qui a Crema, almeno fino a quando i cremaschi chiederanno a noi di governare. Se invece tali diritti non saranno esercitati pacificamente toccherà alla magistratura intervenire. In questi casi, come sempre, l’amministrazione farà la sua parte, in coerenza coi provvedimenti di altri poteri dello Stato".

L'astratta ammissibilità
"Per quanto riguarda l’astratta ammissibilità di una petizione quale quella da lei proposta, lo Statuto, con riferimento all’Articolo 40, punto 4. lettera g, ci dice che non vi sono gli ostacoli che invece esistono in materia di referendum. Infatti il nostro Statuto esclude la possibilità di indire referendum in materia di tutela delle minoranze religiose, dandoci un orientamento importante, anzi decisivo, sulla questione. Nel nostro Statuto - ha sottolineato il sindaco - è scolpita un’intenzione di singolare tutela, anzi di tutela rafforzata, delle minoranze religiose".

L'ambito esclusivo
Certo, ha aggiunto, "una petizione può essere anche presentata, trattandosi di iniziativa ad impulso di parte, ma i proponenti non possono pretendere che sia l’amministrazione ad attivare una forma di consultazione in materie che espressamente sono rimesse, come si diceva, all’ambito esclusivo di scelta ed azione degli organi di governo locale".

Aree di culto
"Il provvedimento urbanistico di individuazione delle aree a destinazione di strutture per il culto, non è solo presidiato dalla norma richiamata, ma anche dalle norme ordinarie in materia di procedura per la formazione partecipata del PGT e delle sue varianti. Esiste una sede elettiva in cui le osservazioni e le controdeduzioni da parte degli interessati alla collocazione delle aree in questione trova una precisa disciplina “partecipata”, che mette l’Amministrazione nell’obbligo di contro dedurre ad eventuali osservazioni dei cittadini. Una procedura limpida, logica, che salvaguarda tutti i soggetti coinvolti".

L'autonomia del Comune
Detto quindi in estrema sintesi ed altrettanta chiarezza: "se su impulso di parte si vuole attivare una qualunque forma di verifica sulla volontà diffusa, lo si faccia, ma la stessa rimane del tutto ininfluente in ordine alle determinazioni dell’Amministrazione. Questa orienta il proprio operato sulla base delle leggi vigenti e dei propri convincimenti etico-morali e utilizza la propria autonomia, in questo caso specifico, nelle scelte di pianificazione urbanistica e nella tutela dei diritti delle minoranze religiose".

La maggioranza degli italiani
"Scelte opinabili per chi è portatore di visioni diverse, che non condividiamo ma rispettiamo, scelte che rispecchiano principi costituzionalmente garantiti e sensibilità diffuse nella maggioranza degli italiani e, ne sono certa, dei miei concittadini cremaschi" ha concluso il sindaco, mentre Torazzi s'è affrettato ad esternare la propria insoddisfazione per la risposta ricevuta dal sindaco: "la questione non è finita".
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