“Where do the children play?” Crema e il Cremasco non hanno una risposta alla celebre domanda dell’allora Cat Stevens: dove giocheranno i bambini, quest’estate? Nella serata di ieri, (giovedì 28 maggio) si è riunita in videoconferenza la Commissione politiche sociali di Crema. In oltre due ore sono state analizzate le iniziative intraprese durante la Fase 1, nel tentativo di tamponare l’emergenza, con particolare riferimento alle persone (e alle famiglie) con disabilità, più o meno gravi. Per quanto riguarda le attività estive chiariamo subito: ad oggi non sono previste attività per i bambini fino a 3 anni. Gli asili nido a giugno quasi sicuramente non riapriranno. Il Comune non ha ricevuto linee guida dalla Regione Lombardia e se (come sembra) non dovessero arrivare, le amministrazioni (col supporto di Comunità sociale cremasca) non potranno basarsi su quelle ministeriali ma studiare servizi alternativi al nido. Per capirci: se il rapporto dovesse rimanere di 1 a 3 (un educatore ogni tre bambini), il servizio non sarebbe sostenibile. Per i bambini dai 3 ai 5 anni invece pare sia possibile ipotizzare la realizzazione di laboratori nelle strutture comunali e paritarie.
Fino a 17 anni
Per i bambini fino a 17 anni è in corso una manifestazione d’interesse che si concluderà il 5 giugno. L’obiettivo è quello di arrivare ad una mappatura completa e una definizione dettagliata delle proposte per la metà di giugno e incrociando le dita, all’inizio delle attività per il 29 giugno. Il 3 giugno il Comune avrà i dati definitivi del questionario rivolto alle famiglie cremasche: le richieste di attività estive sono state 759 sui 2.500 bambini e bambine stimate (i dati sono aggiornati al 28 maggio), la fascia maggiormente rappresentata è dai 6 agli 11 anni ed il periodo copre le prime settimane di luglio, tutto il giorno, pranzo compreso. Il Comune sta cercando di distribuire le iniziative nei quartieri, senza escludere l’utilizzo della Colonia (si stima da 280 a 140 utenti a settimana), dell’asilo Montessori, degli spazi del centro culturale sant’Agostino. Da chiarire il fatto che al Comune (norme alla mano) spetterebbe il compito di verificare il rispetto degli standard di sicurezza anche dei privati, ovvero asili o scuole paritarie.
Grest in difficoltà
Dalla relazione dell’assessore Gennuso e della dirigente Annalisa Mazzoleni è apparso chiarissimo come tutto il settore sia in grave difficoltà, in particolare i grest. La Diocesi sarebbe molto preoccupata, ma decisa ad organizzare (per quanto possibile) attività estive nelle parrocchie. Gli adolescenti che solitamente svolgevano attività di educatori e cura non potranno essere coinvolti. Sarà necessario adottare tutti i Dpi, compreso il triage con ingressi contingentati e misurazione della temperatura, sanificazione costante e creazione di piccoli gruppi non flessibili. In particolare gli oratori dei piccoli comuni rischiano di non poter aprire.
Il nodo economico
Significativi i costi: al momento il preventivo comunicato ai consiglieri comunali è di 235 euro a settimana (pranzo compreso) per ogni bambino. L’anno scorso a santa Maria se ne pagavano 25. Per andare incontro alle famiglie, ha spiegato l’assessore Michele Gennuso, il Comune sta studiando la possibilità di utilizzare i fondi statali nella creazione di voucher da 130 euro, rinnovabili per le varie settimane di frequenza. Non ancora definiti “i criteri di selezione”, anche se dovrebbero riguardare il lavoro a tempo pieno dei genitori e il fatto di essere residenti a Crema. Per Gennuso andrebbe esteso a tutte le famiglie, mentre per i consiglieri di minoranza i contributi andrebbero distribuito in funzione del reddito. Nei prossimi giorni dovrebbero essere sciolti tutti i nodi, con la speranza che si riesca a soddisfare il bisogno di socialità del maggior numero di ragazzi e ragazze della città e del territorio.