A Soncino non ci sono particolari problemi legati all'assistenza. Soprattutto per una questione logistica e di servizi ad personam che vengono garantiti, oltre che dall'amministrazione comunale, anche da una rete di volontari. In città è attivo l'ex ospedale santo Spirito, che collabora con l'amministrazione per il servizio assistenza domiciliare e consegna dei pasti. Chi ha bisogno di cure e visite specifiche può contare anche su strutture sanitarie e assistenziali che non sono particolarmente distanti: Soresina e Castelleone in primis con i poliambulatori della Brunenghi. Secondo l'assessore ai servizi sociali Roberto Gandioli "a livello territoriale, in situazioni d’emergenza come quella del Covid, abbiamo notato la mancanza di un servizio in particolare: le Usca (unità speciali di continuità assistenziale). Non sempre sono intervenute in maniera tempestiva”. A livello cittadino non si riscontrano particolari difficoltà. “A Soncino operano sette medici di base. Su richiesta di tre di loro abbiamo assegnato degli spazi, all’interno della sede Avis, per la campagna vaccinale che si sta svolgendo in questi giorni. Oltre alla collaborazione con l’Avis, l’assistenza viene garantita attraverso la collaborazione con la protezione civile, la Croce verde e le realtà parrocchiali come la san Vincenzo. Tutti hanno svolto un ruolo fondamentale specialmente durante la prima ondata di Covid a febbraio. Il trasporto di malati e disabili viene effettuato dalla Croce Verde, la quale spesso ci sostiene anche per i trasporti scolastici di bambini e ragazzi speciali. Si sta cercando di fare il possibile anche per le persone e famiglia in difficoltà.
Interventi all'ex ospedale santo Spirito
Quando si parla di medicina territoriale, a Soncino si fa riferimento all’ex ospedale santo Spirito. È una struttura imponente che offre un sistema socio sanitario fondamentale per il territorio cremasco e cremonese. “In questi anni - aggiunge Gandioli - siamo intervenuti sulla struttura dividendo le opere in tre lotti. Il primo ha riguardato il mantenimento dei posti letto per non perdere l’accreditamento regionale come Rsa (Residenza socio assistenziale); il secondo ha interessato la realizzazione dei poliambulatori e la creazione di posti per la Rsd (Residenza sanitaria per disabili). Il terzo e ultimo lotto va a completare e a ottimizzare la gestione della struttura. Abbiamo ottenuto più posti letto ed è stato anche ampliato il centro diurno. Quindi, ad oggi, all’interno della fondazione abbiamo: una Rsa da 64, in Rsd altri 30 posti, oltre alle cure intermedie e al centro diurno. In questi anni sono stati investiti 15 milioni di euro per l’adeguamento della struttura, garantire sempre maggiore funzionalità”. I lavori del terzo lotto sono già partiti e si concluderanno nel giro di un anno e mezzo. La Fondazione collabora con l’amministrazione per il Sad (servizio assistenza domiciliare) e per la fornitura di pasti a domicilio.