28-10-2021 ore 20:25 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema 2022. Stefania Bonaldi: ‘Bisogna cogliere il battito e saper leggere la realtà'

Sta entrando nel vivo la corsa elettorale ed è in via di conclusione una lunga fase della sua vita politica: un mandato da capogruppo dell’opposizione e due mandati da sindaca. Che sensazioni le dà ? È sollevata? “Sono grata di questa esperienza straordinaria che mi restituisce una quantità di stimoli che impiegherò gli anni che mi restano per interpretare. Quello che è certo – risponde il sindaco Stefania Bonaldi - è non sono la stessa donna che nel lontano 2007 aveva mosso i primi passi nella politica, mettendomi a disposizione nella campagna elettorale di Gianni Risari. Oggi sento di avere allargato enormemente il raggio delle mie competenze, della mia sensibilità, del mio sguardo sulla comunità e più in generale sulla società. Non mi sento sollevata, questo potrei dirlo se avessi vissuto la sindacatura come un peso, invece è stato il vertice della mia formazione personale, servire la propria gente è un privilegio, capace di restituirti cento volte quello che investi. La verità è che tutto questo mi mancherà tantissimo ma, come diceva José Saramago, ‘la fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro’”.

 

Umberto Cabini sembrava pronto a sbaragliare la concorrenza. Appetito da centrodestra e centrosinistra, ha declinato l’offerta. Il modello imprenditoriale può agevolare nell’amministrazione di una città come Crema?

“Umberto è un ottimo imprenditore, si è distinto per una notevole azione di mecenatismo culturale ed è un raffinato esperto d’arte. Io credo possa perseguire il bene del territorio anche dai ruoli che attualmente ricopre. Ciò detto, un comune non è un’azienda e non è detto che i modelli aziendalistici in un comune funzionino, anche se certamente l’orientamento al cittadino - utente dei servizi deve essere la stella polare, e questo chiama in causa una costante attenzione alle dinamiche organizzative interne per dare risposte efficaci e per un sistema efficiente, che semplifichi la vita delle persone e le faccia sentire al centro”.

 

Il rifiuto di Cabini ha fatto discutere e supporre ingerenze del Partito democratico. Che ruolo rivestono e quanto pesano i partiti nella scelta dei candidati?

“I partiti hanno un ruolo importante e delicato, sono facilitatori dei percorsi di avvicinamento
alla ‘cosa pubblica’ e al servizio alla comunità. Certamente contano molto la capacità di leggere la realtà e il saper cogliere ‘il battito’ della propria comunità, cosa che può accadere solo quando si sta in mezzo alla gente e si non teme il confronto aperto e partecipato, che può solo irrobustire l’azione di un partito, anche nella scelta di un candidato, non certo indebolirla”.


Un membro della sua giunta, Attilio Galmozzi, s’è detto disponibile a candidarsi, ma solo attraverso le primarie. Quali caratteristiche gli attribuisce nella gestione della ‘cosa pubblica’. Ha le spalle abbastanza grosse per assumere un incarico gravoso come il sindaco di Crema?
“Attilio è una persona seria, onesta, leale, affidabile. Ha una esperienza politica più ‘vecchia’ della mia, avendo iniziato la sua militanza da giovanissimo, circostanza che lo rende capace di relazioni e di mediazioni, io sono sicuramente più ‘spigolosa’. Le spalle se le è fatte in pronto soccorso in questi anni, senza perdere la calma e neppure la speranza durante tutta l’emergenza Covid. Certo in comune le emergenze sono assai svariate e più multidisciplinari, ma di sicuro la tenacia e il sangue freddo non gli mancano”.

 

Anche lei ha vinto le primarie. Per quale motivo sono così importanti?
“Le primarie sono un ottimo strumento per lanciare possibili candidati e misurare in anticipo l’appeal presso l’elettorato. Inoltre, consentono di partire per tempo con la campagna elettorale, andando in mezzo alle persone e tarando o ritarando i propri sensori, raccogliendo indicazioni preziose per il programma amministrativo. Delle primarie di coalizione aiutano poi a stringere un patto fra forze politiche e civiche e a mio avviso conferiscono un protagonismo diverso, più marcato, agli elettori”.

 

Quale consiglio darebbe a chi sta per prendere il suo posto?
“Ognuno deve vivere la sindacatura secondo le proprie corde, questo lo voglio precisare. Dopodiché due ‘ingredienti’ secondo me sono irrinunciabili. Il primo è la competenza, vale a dire lo studio costante dei problemi, ma anche delle norme, delle carte, degli aspetti anche di ordine tecnico, altrimenti vieni sopraffatto dalle strutture amministrative, fisiologicamente orientate a replicare modelli già sperimentati, a non innovare, a non abbandonare le zone di comfort. Il secondo è la compassione, che reputo essenziale e intendo come la capacità di immedesimazione nelle persone, nei cittadini, nelle loro necessità e nei loro problemi. La macchina va avanti comunque, un sindaco o una sindaca devono presidiarne sempre la dimensione umanizzante”.

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