28-09-2013 ore 13:08 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema, affollato 'Forum dei rifiuti' in Comune. La strategia è chiara: "no agli inceneritori sì al potenziamento della differenziata"

Dal referendum del 18 giugno 1994 dedicato all'ipotesi di realizzazione dell'inceneritore di Cremona, la sensibilità in materia ambientale è molto cambiata. Oggi nessuno o quasi avrebbe l'ardire di proporre la realizzazione di un inceneritore. L'argomento è caldo, la riprova è data dall'interesse mostrato da amministratori e cittadini cremaschi, che stamattina hanno affollato la sala consiliare del comune di Crema per il Forum dedicato al futuro del Servizio di Igiene Urbana nel nostro territorio, nato da un'idea di Antonio Grassi, promosso dal quotidiano La Provincia e moderato dal direttore Vittoriano Zanolli.

Tariffa puntuale
Il territorio cremasco ha mostrato la volontà di superare le appartenenze politiche, privilegiando il recupero alla destinazione in discarica e all'incenerimento che, ha esplicitato il sindaco Stefania Bonaldi, "vanno sempre più marginalizzati". Prendendo esempio dalla Francia, che nel 2014 realizzerà la tariffa puntuale - ovvero paghi il consumo - il Cremasco tenterà di aumentare l'ottima quota del 74% raggiunta con la raccolta differenziata: "un dato di fatto dal quale ripartire per migliorare la qualità del servizio e soprattutto degli impianti", la sottolineatura di Primo Podestà.

La cultura e la coscienza civica
Il direttore generale di Scs Gestioni ha toccato un punto fondamentale, l'educazione dei cittadini ed in particolare dei giovani. S'è detto d'accordo il presidente di Scrp, Pietro Moro, "secondo il quale è impossibile ottenere risultati significativi senza una forte coesione"; "come Scrp abbiamo rischiato sull'innovazione, in particolare col Biofor di Madignano, che trasforma in energia 24 mila tonnellate di umido l'anno". E' necessario quindi "promuovere cultura ambientale attraverso lo sviluppo a coscienza civica".

Gara comune
Moro ha sostenuto che per aumentare le potenzialità di successo, nel 2015 la miriade di contratti attivi ora sul territorio dovranno confluire in un'azione comune: "impossibile avere tariffe omogenee senza una gara comune". Ha ottenuto una prima apertura Claudio Silla, sindaco di Casalmaggiore, che ha proposto l'avvio di un proficuo ed intenso dialogo tra il Casalasco ed il Cremasco: "siamo a 90 chilometri di distanza, ma possiamo contare su grandi specializzazioni in materia ambientale e su una visione comune del futuro: proviamo a mettere insieme le reciproche virtù".

Il coraggio delle scelte
Dall'Emilia, con Manuela Ruggeri, sono arrivate parole lusinghiere per i risultati ottenuti dal Cremasco, ma non solo: "invito gli amministratori ad avere il coraggio di andare avanti su questa strada, prendendo decisioni che possano rappresentare un punto di riferimento per chi si prepara oggi ad affrontare un percorso che vi ha visto raggiungere importanti risultati". Ha invece ribadito l'attualità Maria Grazia Bonfante che, illustrando il progetto Amali, ha ricordato ai presenti come la Pianura Padana sia uno dei luoghi più inquinati del pianeta.

Economia verde
Indispensabile investire nell'economia verde, rivedere il ciclo produttivo dei rifiuti agendo alla base del problema: "quanto più aumenta la raccolta differenziata dei rifiuti, tanto più diminuiscono i costi". Certo, rispetto alla vecchia raccolta dei rifiuti, con cassonetti disponibili a tutte le ore e per tutto l'anno, oggi viene richiesto ai cittadini un intervento molto più dispendioso, ma solo attraverso la partecipazione diretta delle persone è possibile cambiare stili di vita che sembravano profondamente radicati.



Il piano regionale
Porterebbe indubbi vantaggi poter contare su un unico modello in Lombardia, che ora ha raggiunto una quota di raccolta differenziata del 55%, il 30% in Campania ed il 10% in Sicilia. "Entro Natale - ha evidenziato Federico Lena - contiamo di trasformare in legge il nuovo piano dei rifiuti regionale. Le priorità saranno l'incentivo al riutilizzo dei rifiuti, il disincentivo alla produzione e soprattutto il divieto di realizzare altri inceneritori". La sfida maggiore è rappresentata dalla volontà di raggiungere l'autosufficienza regionale, con l'obiettivo del 65% della raccolta differenziata entro il 2020 in tutta Italia.

Il pensiero di Scrp
Molto interessante l'intervento di Alessandro Conter, presidente Lgh: "il termoincenerimento non verrà accantonato nel breve periodo. Al momento è evidente un suo rallentamento, ma non è immediata la fine dell'incenerimento dei rifiuti. I due modelli, l'incenerimento e la raccolta differenziata, devono comunque coesistere. Certo, il modello ideale al quale tendere è rappresentato dalla raccolta differenziata; il termovalizzatore, penso a Brescia, dava grande soddisfazione dal punto di vista economico, ma incocciava con l'aspetto culturale predominante, che porta ad un ambiente sostenibile".

Livello provinciale
"Crema ed il Cremasco sono un territorio virtuoso" - ha esordito Gianluca Pinotti, assessore provinciale all'ambiente - "non è corretto dire che lo era anche Cremona ma non lo è più, perché ora si inceneriscono i rifiuti. A livello provinciale abbiamo 33 comuni su 115 sopra il 70% di raccolta differenziata, mentre 38 sono sopra il 65%. I punti deboli sono rappresentati dalle forti disomogeneità nel ciclo integrato dei rifiuti. Oltre al Biofor di Castelleone, il territorio cremasco non ha sviluppato l'impiantistica, mentre Aem ha perseguito minori risultati nella differenziata ma maggiori nel settore degli impianti".

Strategie comuni
Impianti che verranno sicuramente migliorati, ha ribadito Podestà, ovviamente potendo contare su una strategia comune a livello regionale che, per dirla con Bonaldi, Silla e Lena, sia in grado di utilizzare il meglio dell'esperienza territoriale, riequilibrando gli sprechi e omogeneizzando le tariffe. Obiettivo che potrà essere raggiunto, "aggregando la domanda degli Enti e - sostiene Conter - potendo contare su investimenti e quindi strategie comuni".
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