28-05-2016 ore 10:16 | Politica - Crema
di Angelo Tagliani

Dimensionamento scuole, tra autonomia e dirigenze, il Cremasco non demorde

Ciò che è accaduto in consiglio provinciale, durante la discussione sul dimensionamento delle scuole superiori, stando alla ricostruzione del sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, “è frutto della mancanza di dialogo e, purtroppo, della volontà non nostra di imprimere fretta a un percorso che non ha termini perentori, generando una forzatura. I sindaci del Cremasco che siedono in Consiglio avevano già espresso la propria opinione al presidente Carlo Vezzini, dopo essersi confrontati con i colleghi dell’area omogenea cremasca in precedenti assemblee e dopo aver sentito i dirigenti, ma anche molti docenti, delle scuole superiori cremasche”.

 

Autonomia e indipendenza

“Voler metter mano al liceo artistico Munari e all’istituto Marazzi, dividendo la sede cremasca da quella cremonese con lo scopo dichiarato e pure condiviso di mettere in salvaguardia la scuola di liuteria cremonese dello Stradivari accorpandola alla porzione cremonese del Munari, è un principio che si sarebbe allora dovuto applicare anche all'istituto Stanga. Dunque offerta formativa autonoma e indipendente nel Cremasco, come nel Cremonese. Anche per ragioni di funzionalità, gestione, prossimità, efficienza delle scuole – sostiene Bonaldi - è opportuno, con i necessari ridimensionamenti, avere però le dirigenze sui territori dove insistono i plessi scolastici e non a 40 chilometri di distanza”.

 

La valutazione

Per il sindaco di Crema esiste anche un secondo elemento di forte criticità: “sarebbe servito più tempo per valutare meglio gli accorpamenti scolastici, secondo criteri di omogeneità e coerenza. La proposta arrivata ieri in consiglio provinciale indicava la possibilità di tenere unite le sedi di Crema Pandino e Cremona dello Stanga, con dirigenza a Cremona, e invece accorpare in una unica scuola gli istituti cremaschi di liceo Munari e istituto Marazzi, francamente poco, pochissimo omogenei”.

 

Meccanica e artistico

“La meccanica e il liceo artistico – prosegue - ci appaiono davvero due ambiti formativi nettamente diversi e per nulla interscambiabili. Così con i consiglieri Fiori, Rossoni, Calvi e Savoldi abbiamo semplicemente proposto di aspettare e approfondire, tanto più che non esiste un termine perentorio entro cui deliberare e ci si riferisce a modifiche che decorreranno dall'anno scolastico 2017/2018. Una richiesta che ci pareva di buon senso e condivisibile anche negli intenti, non certo di opposizione immotivata o senza sostanza. Purtroppo è stata cassata”.

 

La miopia politica

“Di fronte alla scelta miope del presidente Vezzini e dei restanti consiglieri provinciali di andare fino in fondo, senza cercare invece maggiore coesione, abbiamo nostro malgrado deciso di fare mancare il quorum per bloccare l'adozione della delibera, che sarebbe passata con 7 voti a favore e 5 contro, mentre il numero legale deve essere di almeno 8 consiglieri in aula. Non riteniamo questa scelta una vittoria, pur non avendo nulla di cui pentirci. Abbiamo avanzato proposte con coerenza rispetto a quanto già evidenziato e cercato condivisione circa i principi di equità e razionalità della nostra impostazione ma non siamo stati ascoltati. Per questo non ci è restata altra scelta che quella applicata. L’auspicio è che si sia trattato di un incidente di percorso che potrà essere superato presto”.

 

Il preciso mandato

Per Stefania Bonaldi “resta comunque chiaro, però, che su un tema così delicato e decisivo, che impatta sulla vita reale di tante persone, dagli insegnanti al personale non docente, agli alunni e alle loro famiglie, fino alla funzionalità delle scuole, alla didattica e alla gestione, non si può compiere scelte a cuor leggero, decidendo a maggioranza e contro le indicazioni e istanze di un numero così consistente di sindaci. A maggior ragione in un momento così delicato come l'attuale, che chiama in causa anche temi importanti come il perimetro delle future aree vaste e l'orientamento dei territori. Occorre, in ultima analisi, ricordare che esisteva un mandato preciso dell’area omogenea cremasca, per altro pubblicizzato pubblicamente anche durante una conferenza stampa. Noi l’abbiamo rispettato”.

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