28-02-2020 ore 18:25 | Politica - Dall'italia
di Andrea Galvani

Regione Lombardia: ‘le misure restrittive saranno mantenute per un’altra settimana’

"Non è il momento di abbassare la guardia". Le scuole riapriranno lunedì 2 marzo? La Regione Lombardia ritiene non si debbano riaprire, lo ha comunicato al governo centrale ma è in attesa del provvedimento della Presidenza del consiglio dei ministri. Non arriverà oggi ma domani, sabato 29 febbraio. Come spiegato dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, la Regione “intende mantenere per un’altra settimana sia nei Comuni della zona rossa che in tutto il resto della Regione le misure previste dall’ordinanza di domenica scorsa. Misure che alla luce dei dati sono assolutamente valide e permettono di controllare la diffusione del virus ed evitare che il virus colpisca tutta la regione. Solo con 14 giorni possiamo capire se la diffusione passerà da 1 a 2 a 1 a 1”. I medici infettivologi lombardi hanno corroborato l’iniziativa politica, sottolineando le difficoltà degli ospedali di Cremona e Lodi (“stanno arrivando 100 persone al giorno, con un quadro clinico compromesso: 109 ieri, 106 il giorno prima. Arrivano e hanno un aggravamento molto veloce. Abbiamo individuato altri posti in Regione e li abbiamo spostati al Niguarda. Stessa cosa è successa il giorno prima a Cremona”).

 

Diffusione del virus ancora circoscritta”

“Ad oggi sono stati fatti 4.835 tamponi: di questi il 75 per cento è risultato negativo, l’11 positivo e il 14 deve essere ancora processato. Sono a oggi 531 i positivi al coronavirus in Lombardia, di cui 235 ricoverati e di questi 85 in terapia intensiva. In base ai casi accertati la diffusione del virus è ancora circoscritta e l'incidenza è alta in alcune aree pari a circa al 4% della popolazione regionale. Il Covid-19 per il 90% dei pazienti è facilmente risolvibile, ma nel restante 10% dei casi, soprattutto se anziani o con un quadro clinico compromesso, richiede il passaggio in terapia intensiva. Nelle zone ad alta incidenza gli ospedali (Codogno, Lodi, Cremona, Alzano) hanno dovuto affrontare situazioni emergenziali sia per l'elevato numero di casi, sia perchè l'11% delle positività riguarda operatori sanitari. Fino ad oggi il resto della rete ospedaliera e' ancora in grado di dare risposta".
 

Rapporto zero uguale a due
Secondo la Regione, “dalle prime evidenze ogni soggetto positivo trasmette il Covid-19 ad altre 2 persone (r 0=2). Se la diffusione si estende, gli ospedali andranno in grave crisi non solo per i ricoveri da Coronavirus ma per tutti i pazienti. Infatti, sono numerose le patologie che richiedono il ricorso alle cure intensive ma i posti disponibili sono limitati. Le malattie che richiedono un ricovero in terapia intensiva sono molteplici e possono verificarsi in tutte le età; possono interessare i neonati, i pazienti malati da molto tempo o persone che poco prima stavano bene, come i soggetti traumatizzati o quelli sottoposti ad interventi chirurgici difficili ed impegnativi".

 

Smart learning

La Regione ha chiesto “non la chiusura delle scuole ma la sospensione delle lezioni, ovvero di consentire l’utilizzo di smart learning in quegli istituti che ne sono dotati. Solo il personale e i docenti si recherebbero a scuola”. Tra le altre richieste anche l’apertura dei musei, con ingressi contingentati. Per tutte le altre ‘mitigazioni’ o ‘chiarimenti rispetto all’ordinanza”, è necessario attendere le interlocuzioni in corso “tra Regione e singoli Ministri”. Nelle prossime ore dovrebbero essere ufficialmente presentate. In allegato la nota stampa dell'Asst di Crema sulle prestazioni fornite.

 

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