Interessare il territorio cremasco, le società profit e non profit sul reinserimento degli ex detenuti della casa circondariale di Cà del Ferro di Cremona. È questo uno degli obiettivi illustrati dal delegato provinciale e vice sindaco di Casaletto Vaprio Edoardo Vola: si è recato in carcere la viglia di Natale insieme al sindaco di Capralba Damiano Cattaneo e ai rappresentanti dell’associazione radicale Fabiano Antonioni, di cui fa parte Vittoria Loffi. Con loro anche alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione del comune di Cremona. “Abbiamo avuto la possibilità di parlare con il comandante della polizia penitenziaria, in prestito dal carcere di san Vittore a Milano. Vogliamo sensibilizzare anche il territorio cremasco sulle problematiche inerenti il carcere. A Cremona - spiega Vola - c’è un tavolo di lavoro sul tema e l’obiettivo è di proporlo anche sul nostro territorio”.
Poco personale
“Un problema rilevante riguarda l’uscita dal carcere dopo aver scontato la pena. Queste persone hanno la necessità di essere reintegrate sia nel tessuto sociale che economico. Non è facile. Molti detenuti a Cremona provengono da altre zone, come il milanese. Una volta uscite si trovane sole e smarrite. Risulta più complesso il reinserimento. Altro problema di Cà del Ferro è la sproporzione tra detenuti e polizia penitenziaria, soprattutto nell’unità intermedia: ispettori e funzionari. C’è un poliziotto ogni quattro detenuti e un educatore su centocinquanta. È alto il numero di incarcerati giovani, tra i diciotto e i venticinque anni: 80 persone. In totale ci sono 576 detenuti per 394 posti regolari. Sono prevalentemente extra comunitari provenienti da nord Africa, e albanesi. C’è anche un problema linguistico, perché c’è solo un mediatore di lingua araba, in ferie durante queste festività”.
Il futuro degli ex detenuti
Il gruppo ha visitato le due infermerie e incontrato lo psichiatra che ha molti in carico per psicosi, depressione e atti di auto lesionismo. “Quella del carcere è una realtà complessa, poco affrontata soprattutto nel cremasco dove la casa circondariale non c’è fisicamente. Per questo l’impegno è di portare l’argomento sul territorio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione attuale e sul futuro degli ex detenuti”.