Su richiesta della minoranza, nel tardo pomeriggio di oggi, in videoconferenza, la Commissione comunale di garanzia ha affrontato il tema della piscina di Crema. Chiusa fino al 24 novembre dal Dpcm del governo, versa in gravi difficoltà. La società veronese Sport management ha in concessione il centro natatorio Bellini fino al 2040 e il 2 ottobre scorso ha fatto richiesta al Tribunale di Verona di concordato preventivo in continuità aziendale. Come spiegato da Stefania Bonaldi ai commissari “ad oggi non è ancora stato redatto il Piano concordatario. Quando lo sarà valuteremo”. Dovrà esserlo in 60 giorni, quindi entro il 2 dicembre 2020. Ciò che è certo è che “l’amministrazione esigerà il totale adempimento delle prestazioni concordate col concessionario”. O comunque proverà a farlo. Come specificato dal sindaco, “ogni azione” sarà comunque suffragata da un “sostegno legale”. In sostanza, al momento pare esclusa l’idea di ricevere dal 40 al 60 per cento di quanto spetta.
La cronistoria
Nell’occasione è stato possibile ricostruire la cronistoria delle ultime vicende, al netto delle ormai ataviche lamentele degli utenti per una gestione tutt’altro che soddisfacente. Il 27 maggio 2020 la Sport management ha inviato una Pec al Comune “finalizzata alla riapertura” a metà giugno del centro natatorio di Crema, chiedendo in via “eccezionale”, un contributo di “327 mila euro, pari alla perdita stimata” dal concessionario sull’esercizio 2020. Il 4 giugno il Comune tiene una videoconferenza “coi vertici aziendali” e seguono “ulteriori interlocuzioni”. Il 9 giugno il sindaco Stefania Bonaldi dichiara “insostenibile” lo stanziamento di 327 mila euro e definisce le possibilità del Comune: “35 mila euro quale rimborso delle spese per il pagamento di utenze per il corrente anno” e “150 mila euro quale anticipazione di liquidità” per poter “far fronte alle esigenze finanziare”. Viene specificato che in sede di rendicontazione il Comune avrebbe verificato l’andamento dell’intero anno 2020 e “definito il rimborso dell’anticipazione di liquidità anche con eventuale ridefinizione dei contenuti dell’appalto di servizio”. In chiusura si ricorda che “dal 2021” il gestore è tenuto a corrispondere al Comune un canone di 35 mila euro l’anno fino al 2040. Cifra che, si è appreso oggi, sarebbe passata a circa 42 mila euro, dovendo restituire i 150 mila euro di contributo del Comune in 19 anni.
La definizione delle cifre
Rispondendo alle domande di Manuel Draghetti, Simone Beretta, Emanuele Coti Zelati ed Andrea Agazzi, il sindaco oggi ha spiegato che la “famigerata nota dell’8 ottobre” con la notizia di richiesta di concordato è stata appresa dal Comune “come un fulmine a ciel sereno. Non era stata anticipata nelle interlocuzioni precedenti”. I commissari hanno avuto modo di veder soddisfatti i quesiti riguardanti la definizione dei contributi, definiti dal Comune “sulla base di un forecast”, ovvero una previsione “presentata da Sport management”. Il valore delle utenze “è stato stimato per un quarto, ovvero 35 mila euro”. Veniamo ai 150 mila euro. Sport management aveva chiesto 160 mila euro a fondo perduto stimandoli come “delta tra ricavi e costi 2020” fino alla fine dell’anno, contando di riaprire in estate e di dar seguito all’attività (corsi compresi) nel periodo autunnale. Al riguardo è stata netta l’obiezione del Comune: “non abbiamo partecipato negli anni passati alla divisione dell’utile, perché dovremmo condividere le perdite?”. Quindi si è arrivati a 150 mila euro di contributo a rendere “come azione di riequilibrio ammessa dei Codici dei contratti, rispetto a contratti con lunga durata e dove si presenta uno squilibrio finanziario”.
Il prossimo futuro
Cosa accadrà ora? Sport management ha nominato “un advisor finanziario ed uno legale”. In attesa della stesura del Piano concordatario presso la piscina sarà “mantenuto il trattamento dell’acqua” e garantita “la sorveglianza”. Rispetto alle “prestazioni” e agli “interventi di ordine strutturale” si dovrà attendere la decisione del Tribunale di Verona. Contestualmente, ha concluso il sindaco, “credo che dovremo vigilare nei prossimi mesi. Le richieste del Comune devono essere garantite al 100 per cento, magari con un diverso crono programma. L’amministrazione voterebbe piano con pretese decurtate? No, assolutamente no”.