27-09-2014 ore 09:33 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Teleriscaldamento, Lottaroli, Rifondazione: “no alla privatizzazione. Necessario sfruttare l'esperienza di Cofely per rilanciare l'impianto di Crema”

“Ritengo occorra che gli azionisti credano e lavorino per il mantenimento dell’impianto del teleriscaldamento di Crema. Nella vicina Lodi – spiega Mario Lottaroli, Rifondazione - l’Astem Gestioni, società a capitale totalmente pubblico, raddoppia l’estensione della rete ed il numero di utenti collegati alla centrale di teleriscaldamento”.

 

La ricerca degli acquirenti

“A Crema, invece, gli azionisti di S.C.CA. (Società Cremasca Calore) operano solamente nella ricerca dei possibili acquirenti dell’impianto di via Capergnanica anziché pensare al suo rilancio, potenziandone la commercializzazione per convincere un maggiore numero di cittadini a collegarsi alla rete. Le centrali di teleriscaldamento sono molto diffuse in Europa per i vantaggi che portano all’ambiente, meno emissioni nocive nell’atmosfera e per il risparmio energetico che consentono”.

 

L'esperienza Cofely

“In italia la Cofely, multinazionale francese del gruppo GDF SUEZ che detiene il 48% del pacchetto azionario di S.C.CA, nel proprio sito internet si vanta di aver costruito e di gestire 41 impianti, 2.200 collaboratori, 45 uffici tecnici sul territorio italiano e di aver realizzato strutture calibrate sulle esigenze delle città servite. Mi chiedo perché mai tanta competenza ed esperienza non siano state messe a frutto sull’impianto di Crema. A mio parere è la dimostrazione che l’intervento del privato non ha rappresentato la soluzione, ma è parte integrante del problema”.

 

La preoccupazione

“La centrale è costata oltre 18 milioni di euro, sono state perforate per chilometri le strade della città, sarebbe una beffa se tutto tornasse a vantaggio di una società o di un imprenditore privato. Da questo punto di vista – conclude il caprogruppo di Rifondazione Comunista - la nomina a consigliere delegato di S.C.CA di Giuseppe Tiranti, in passato presidente di Linea Group Holding e tutt’altro che ostile alla privatizzazione delle società pubbliche, non può che destare più di una preoccupazione”.

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