27-01-2025 ore 20:33 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Ponte di via Cadorna: progetti, durabilità e costi. Zanibelli, Forza Italia: ‘qualcosa non torna’

Durante il consiglio comunale del 20 gennaio l’assessore ai lavori pubblici Giorgio Pagliari ha fatto il punto sul ponte di via Cadorna, rispondendo all’interrogazione presentata da Laura Zanibelli. La consigliera di Forza Italia, in fase di replica, ha puntualizzato sugli elementi chiave emersi durante la discussione. La progettazione del ponte è iniziata nel 2020, ma secondo l’assessore Pagliari “i primi progetti non garantivano la durabilità necessaria”. In particolare per il cosiddetto “taglia e cuci”, che si sarebbe protratto nel tempo, creando disagi e costi continui.

 

Qualcosa non torna”

Particolarmente significativo il dato riguardante la spesa finora sostenuta dall’amministrazione: finora “sono stati spesi circa 355.000 euro per la progettazione e i monitoraggi, mentre il costo complessivo dell’intervento oscilla tra 4,5 e 5 milioni di euro. Si tratta del 10 per cento del costo”. Secondo Zanibelli “qualcosa non torna, perché nessun architetto, nessuno studio esterno lavora senza essere adeguatamente remunerato secondo dei criteri e delle tabelle, che gli uffici hanno. Mi chiedo se in qualche modo addirittura applicano delle scontistiche, perché evidentemente ci sono stati diversi progetti tali per arrivare cumulativamente ad un costo che coincide, guarda caso, col 10 per cento di questo progetto, ma ci sono stati tutti gli altri costi dei precedenti progetti”.

 

Il bando

La consigliera azzurra s’è detta “preoccupata” per la spiegazione fornita da Pagliari sulla bocciatura dei primi due progetti: “non davano garanzia di durabilità”. Eppure, “sono progetti sui quali l’amministrazione, con il concorso di Consorzio.it ha fatto un bando”. Non solo: “Rispetto all’assegnazione di quel bando c’è stata una levitazione dei costi, non gestita, in quella fase in cui era stata individuata la società, la quale a fronte dei costi maggiori aveva chiesto di rinegoziare le condizioni”. Zanibelli ha effettuato un rapido riassunto, ricordando che “il problema del ponte è nato nel 2018 e all’epoca il sindaco Bergamaschi era assessore ai lavori pubblici. A febbraio del 2022 era stata individuata la società; a novembre del 2022 non è stata finalizzata l’assegnazione del contratto per recessione”, a causa dell’improvviso aumento dei costi dovuti allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. Zanibelli ha chiesto per quale motivo le società esterne di revisione del progetto non hanno avvertito del rischio dell’aumento dei costi.

 

Gli incontri nei quartieri

L’esponente di minoranza ha poi puntualizzato sugli incontri nei quartieri del sindaco e di parte della giunta: “nel febbraio del 20224 era stato comunicato ufficialmente dal sindaco stesso che si partiva con la gara, anzi con l’inizio dei lavori e la predisposizione delle aree da giugno dell’anno scorso, per iniziare i lavori a settembre-ottobre con la contestuale apertura del sottopasso di santa Maria. Tutti si ricordano questo”. Cittadini e consiglieri di minoranza a quel punto hanno raccolto firme “per impedire che si chiudessero dei quartieri per un anno, perciò quel progetto è stato messo in stand by, accantonato”. In sostanza, “è un tema di soldi persi e tempi persi, non solo soldi persi. Sono mancati completamente degli indirizzi di natura amministrativa e ovviamente questa cosa verrà riferita nuovamente al sindaco”.

 

Ponte provvisorio

Se per l’amministrazione “il ponte provvisorio è stato accantonato per i costi e gli interventi correlati”, per Zanibelli si tratta di operazioni “sostenibili”. Il comune rafforza la decisione spiegando che lo studio sul traffico “ha dimostrato che la viabilità non riceverebbe vantaggi”. Al contrario, secondo la consigliera, “ci si sta dimenticando che quello studio prevedeva altri interventi dal punto di vista viabilistico che l’amministrazione ha detto che non farà in previsione della realizzazione del ponte con la chiusura di sei mesi”. Venendo al dunque: “sulla carta si riducono i tempi da dodici mesi a sei, ma non si è disposti a fare un ponte provvisorio che non risolverà i problemi ma sicuramente li limita”. La vicenda non si esaurisce certo qui. Forza Italia ha spiegato che tornerà alla carica, una volta ottenuti elementi a comprendere per quale motivo la Sovrintendenza opera in modi differenti in base ai territori.

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