26-07-2023 ore 20:25 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Sesta variazione di bilancio, con appalti stravolti e col paradosso dei lavori pubblici

Il consiglio comunale di Crema ha approvato a maggioranza (col voto contrario delle opposizioni) la sesta variazione di bilancio. Come sottolineato dall’assessore al bilancio Cinzia Fontana “una variazione significativa, di 12 milioni di euro, coperta per 10 milioni dalle risorse dell’avanzo di amministrazione approvato a fine aprile”. Andiamo per gradi.

 

Il contesto

Qual è la situazione della finanza pubblica locale? Quali sono le dinamiche che condizionano la programmazione? “La situazione è in continuo mutamento; emergenze straordinarie e impreviste si susseguono da 4 anni”. Il codice dei contratti pubblici è interessato da “continue modifiche”. Gli uffici tecnici incontrano “una difficoltà enorme nella sua applicazione”. Tra i fattori principali da considerare “il primo, per il suo significativo impatto nei lavori pubblici, è lo squilibrio economico post pandemico, la crisi energetica, le politiche nazionali che hanno generato un aumento della domanda rispetto all’offerta”. L’assessore si riferisce “al 110” e al suo “impatto sul costo delle materie”. Alla “crescita esponenziale dei prezzi delle materie prime” e “ai tempi lunghissimi di consegna”, cui va aggiunta “la ripresa dell’inflazione”.

 

Il paradosso dei lavori pubblici

A partire dal primo semestre del 2021, i lavori pubblici hanno vissuto (e stanno ancora vivendo) “una fase paradossale: proprio quando al termine della pandemia stavano ripartendo hanno dovuto scontrarsi con un primo aumento dei prezzi”. Improvvisamente “mancava il materiale” e soprattutto era impossibile “reperirlo ai costi con cui le imprese avevano fatto i contratti”. Il settore siderurgico ha avuto rincari superiori al 70 per cento, il legname del 78 per cento. In molti casi gli enti pubblici si sono trovati ad affrontare “un raddoppio dei costi: caso emblematico è il ponte di Spino d’Adda”. Crema è riuscita a “restare nei margini” per il velodromo “perché l’appalto è stato fatto molto prima dei rincari e aveva un ribasso d’asta del 20-25 per cento”.

 

Appalti pubblici stravolti

Il tema della revisione dei prezzi ha “stravolto il mondo degli appalti pubblici in modo improvviso e dirompente”. Nel 2021 il governo ha introdotto il meccanismo di compensazione dei maggiori costi: “i ribassi d’asta potevano essere utilizzati per l’aumento dei prezzi, per le opere in esecuzione a luglio 2021”. Nel 2022 (con la Finanziaria 2023) un nuovo cambiamento: il governo ha stabilito che “la clausola della revisione dei prezzi andava obbligatoriamente inserita nei contratti, nei documenti di gara e in deroga alle clausole contrattuali già in essere”. Ha comportato che “tutti i contratti e le opere (anche le previsioni ed i progetti di fattibilità) venissero riviste, con l’obbligo di riconoscere automaticamente alle imprese il 90 per cento del costo dei lavori aggiornati in base ai prezzari regionali, i quali a loro volta devono essere aggiornati ogni semestre”.

 

L’incertezza

“Anche oggi siamo nell’incertezza: andiamo a inserire in variazione di bilancio delle previsioni in base all’aggiornamento dei prezzi del primo semestre dell’anno”. Le opere che andremo ad affidare l’anno prossimo dovranno seguire il medesimo principio: “mi auguro che i costi si possano rivedere al ribasso”. Significa che “se il comune non ha disponibilità di risorse aggiuntive, che al momento della gara non sono prevedibili, di fronte ad un aumento significativo l’opera rischia di fermarsi. Come sottolineato dal sindaco Bergamaschi e dall’Anci, è un tema che coinvolge tutte le amministrazioni: le opere si fermano e “i comuni stanno riflettendo su quali eseguire”.

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