“Nel ridisegno territoriale delle Soprintendenze la provincia di Brescia andrà insieme alla provincia di Bergamo, com’era logico, e la nuova Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio sarà costituita da Mantova, Cremona e Lodi e avrà sede a Mantova”. Queste le parole del ministro Dario Franceschini in occasione della visita mantovana del premier Renzi per l’inaugurazione di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016.
L'utima conquista
Più che Mantova Capitale verrebbe da dire, però, Mantova asso piglia tutto. Quella della soprintendenza Archeologica è infatti l’ultima conquista della città virgiliana. Da mesi il Cremasco ed il Cremonese si interrogano sul futuro della Camera di Commercio che secondo voci di corridoio pare essere destinata a mettere radici proprio sulle sponde del Mincio con buona pace del mondo produttivo Cremonese e Cremasco impegnati da mesi nell’ardua battaglia di tutelare gli interessi del reciproco territorio.
Lo spezzatino
Ad animare per primo il dibattito, con una lettera al direttore di Cremaonline, l’ex assessore provinciale al Commercio Matteo Soccini. “Si è partiti dalla chiusura del tribunale di Crema, il cui unico risultato ben lontano dall’efficientamento promesso è stata la creazione di numerosi problemi nella gestione dell’accorpante tribunale di Cremona, per passare poi dalla ventilata e poi abortita riorganizzazione di prefetture e comandi dei vigili del fuoco che avrebbero portato le redini del comando a Mantova, al processo di unificazione delle camere di commercio con sede principale ancora a Mantova, per non parlare poi dello “spezzatino” del territorio in riferimento ai nuovi collegi elettorali dell’Italicum che vedranno il cremasco come appendice della provincia di Lodi e il cremonese di quella di Mantova” osserva in una missiva giunta in redazione.
Sudditanza
Secondo l’ex assessore leghista della giunta Salini questo processo di depauperamento del nostro territorio trova radici nelle riforme volute dal governo di Matteo Renzi e nella conseguente sudditanza del PD nostrano agli interessi di Governo incapace di tutelare gli interessi e la rappresentatività del nostro territorio.
Annessione
Dello stesso avviso l’assessore regionale della Lega Nord, il mantovano, Gianni Fava. “Mi chiedete se sono contento? Così non va bene. Pur essendo uno storico fautore dell’integrazione territoriale questa mi sembra una annessione e non un processo di integrazione. Credo che la situazione sia troppo sbilanciata a favore di Mantova e contro Cremona e questo può portare contraccolpi non positivi. Credo che la sostanza vada riequilibrata. Ha ragione chi si lamenta ma si sappia che c’è un problema politico di fondo tutto interno al Partito Democratico”.
Il disegno complessivo
Secondo l'assessore Fava “siamo di fronte allo strapotere del sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. Finché la sinistra mantovana non ha avuto questo sindaco non c’è stata tutta questa attenzione per la città. Verrebbe da dire che il sindaco di Mantova stia facendo quello che ci si aspetta da un sindaco in queste circostanze. Palazzi fa il massimo per la sua città e riconosco che ci sta riuscendo ma così spezza un disegno complessivo. I mantovani non devono diventare antipatici ai cremonesi e ai cremaschi. In questo frangente bisogna condividere le scelte per una integrazione che ormai è inevitabile. La riorganizzazione del territorio deve partire dal basso e non essere frutto di dinamiche politiche o simpatie del potente di turno. È chiaro che oggi Palazzi vale dieci Pizzetti ma questo non deve danneggiare i cittadini”.
Riequilibrare la situazione
“Quale soluzione adottare? Io mi assumo l’impegno di fare da garante per riequilibrare il territorio. Credo che la debolezza politica cremonese debba spingere tutti ad uno sforzo collettivo per evitare inutili fughe in avanti anche di tipo giornalistico, si veda a questo proposito la pessima gestione della questione Camera di Commercio. Ribadisco: bisogna riequilibrare la situazione e dobbiamo essere tutti disposti a sederci attorno ad un tavolo. Lei è mantovano, la sua potrebbe sembrare una voce fuori dal coro. Io vivo sul confine e comincio a non sentirmi più né mantovano ne cremonese ma padano di cantone, della Val Padana. Una nuova entità territoriale che supererà vecchi steccati geografici e che dovrà necessariamente caratterizzarsi per un forte dialogo costruttivo dal proprio interno”.