La comunità socialista cremasca esprime disappunto sulla decisione dell’amministrazione provinciale di costruire nuova sede dell’istituto Racchetti nel quartiere di San Bartolomeo. Tuttavia, il coordinatore Virginio Venturelli con Gianantonio Rossi e Alberto Gigliotti sostiene la necessità di non abbandonare al degrado l’area e i manufatti che avrebbero dovuto ospitare la scuola di Cl. “Si potrebbe prevedere la realizzazione di una struttura di servizio nel cantiere dell’ex scuola, ( 11,5 milioni di euro ) a un prezzo di acquisizione a condizioni grandemente favorevoli. Assistere indifferenti alla decadenza della struttura, in attesa che prima o poi qualche privato subentri con delle attività magari poco confacenti al contesto, non è proprio un atteggiamento esemplare. Ricordato che il Comune di Crema ha dovuto restituire alla Regione il milione di euro erogato dalla stessa, alla fondazione Charis, nonché concesso dei cambi di destinazione per facilitare la vendita dell’immobile, risultati finora infruttuosi. La politica non può aspettare oltre a riprendere l’iniziativa, a declinare nuove idee e proposte, per il riutilizzo di quanto realizzato, grazie anche a contributi finanziari pubblici”.
Una innovativa casa di riposo
In questa ottica, fermo restando il diniego a completare l’immobile per finalità scolastiche, la comunità socialista cremasca, ritiene in via prioritaria, sulla base anche alla tipologia costruttiva del manufatto, vantaggiosamente fattibile la riconversione dell’insediamento, in una innovativa Rsa, integrata con ulteriori servizi socio assistenziali, oggi carenti. Un obiettivo sovraccomunale, che sottoponiamo al vaglio unitario dei Cda della Fondazione Benefattori Cremaschi, della Fondazione Opera Pia Finalpia, e del Consorzio.it, invitandoli a manifestare le rispettive disponibilità a far convergere nel progetto, i ricavi delle alienazioni già decise e/o previste, nonché, la somma derivante dalla cessione ad A2A delle quote azionarie dei Comuni del Cremasco, oggi detenute da Lgh. Una prospettiva territoriale solidaristica, aperta a tutti gli approfondimenti necessari, che politicamente esige in ogni sede, la ripresa del tema inerente l’aumento del numero dei posti letto convenzionati nel cremasco con la conseguente riduzione delle liste di attesa”.