22-07-2021 ore 19:30 | Politica - Lombardia
di Andrea Galvani

Revisione legge 23: ‘sanità territoriale, più investimenti, superamento dei numeri chiusi’

“Rafforzare la sanità territoriale ed evitare i ricorsi inappropriati in pronto soccorso”. Come? “Grazie al coinvolgimento dei medici di medicina generale e alla loro collaborazione con gli specialisti ospedalieri”. La revisione della legge 23 prevede “la realizzazione di strutture dove i cittadini possano trovare una risposta migliore ai propri bisogni di salute”. Durante la conferenza stampa di presentazione della revisione della Legge regionale della sanitaria approvata oggi in giunta (passerà ora al vaglio del consiglio regionale), il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana ha annunciato la nascita di “216 case della comunità, 100 distretti e 64 ospedali di comunità”. Saranno “i punti di riferimento per la presa in carico dei lombardi e per l’attuazione della medicina di prossimità”.

 

Investimenti adeguati

Secondo i vertici regionali la “nuova organizzazione sarà possibile grazie a un’inversione di tendenza del governo, tornato ad investire in sanità dopo i continui tagli, iniziati con 7 miliardi nel 2012 e conclusi con i 20 miliardi del 2019”. Per Fontana la pandemia ha lasciato “ferite che mai potranno rimarginarsi, ma anche la forza di ripartire più forti di prima”. La revisione della legge sanitaria lombarda apre “una nuova fase”. La regione “mette a sistema l’innovazione tecnologica all’interno dei percorsi di presa in carico. Le case di comunità, che potranno essere gestite dai medici di medicina generale, anche riuniti in cooperativa, saranno dotate di attrezzature all’avanguardia e di telemedicina che favoriranno le cure domiciliari”. Per dare concretezza ad un progetto così ambizioso, “il tema del personale resta centrale. Il governo deve ora far in modo che i maggiori investimenti vadano di pari passo con l’incremento delle borse specialistiche e il superamento dei numeri chiusi soprattutto per le branche più carenti”.

 

Un percorso qualificato”

“La nostra attenzione va alla cura della persona, rafforzando l’attività territoriale. L’obiettivo è accompagnarla nella prevenzione, nella cura e nella riabilitazione. Ciò deve avvenire in un percorso qualificato che non preveda vuoti”. Secondo la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, la revisione della legge 23 “giunge dopo un percorso approfondito, di confronto e di dialogo”. I principi cardine sono “un approccio One health: ossia la costruzione di una governance che assicuri la protezione e la promozione della salute complessiva per persone, animali e ambiente, la libertà di scelta, intesa come tutela della libertà del cittadino di scegliere le strutture e il personale sanitario, da sempre un patrimonio del Servizio sanitario regionale”.

 

Incremento del sistema

E ancora il “rapporto pubblico-privato”, inteso come “equivalenza e integrazione all’interno del Sistema sanitario regionale dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria delle strutture pubbliche e delle strutture private accreditate”. Il tutto in “raccordo tra mondo produttivo, università e ricerca scientifica”. La legge entrerà in vigore entro 90 giorni. Seguirà questi passaggi: “istituzione dei distretti e nomina direttori; istituzione dei Dipartimenti di cure primarie e dei dipartimenti funzionali di prevenzione”. Entro i prossimi sei mesi verranno “costituiti il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive”, cui seguiranno, nei sei mesi successivi “la realizzazione delle Centrali operative territoriali, la realizzazione degli ospedali e delle case di comunità”.

 

I tempi di realizzazione

Per quanto riguarda gli ospedali di comunità, ne saranno realizzati “26 nel 2022, 19 nel 2023, 19 nel 2024”. Passiamo alle case di comunità: “ne verranno realizzate 86 nel 2022, 65 nel 2023, 65 nel 2024”. Entro i prossimi tre anni, la regione prevede “il completamento del potenziamento della rete territoriale”. La riforma, ha concluso Letizia Moratti, “assegna un ruolo importante ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, alla telemedicina, alla formazione, alle università e alla ricerca”.

 

1396