22-04-2017 ore 11:45 | Politica - Crema
di Andrea Baruffi

Enrico Letta e il futuro dell’Europa. Dalle elezioni in Francia alla leadership italiana

“Oggi viviamo solo il tempo presente. Abbiamo volutamente cancellato il passato e non guardiamo con prospettive chiare il futuro. È necessario analizzare gli esempi e le testimonianze positive che la storia ci offre”. Così l’ex premier, presidente della fondazione Jacques Delors e direttore della School of International affairs dell’università SciencesPo - Institut d’etudes politiques de Paris, Enrico Letta ha introdotto ieri sera l’incontro in sala degli Ostaggi del comune di Crema. L’appuntamento rientra nelle iniziative promosse dalla commissione per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi e dal Rotary Club Crema – rappresentati rispettivamente da Marco Cassinotti e Renato Crotti - per ricordare il pensiero e l’azione di Lodovico Benvenuti a 50 anni dalla sua scomparsa. La serata è stata moderata da Vittoriano Zanolli. Presenti a fianco dell’ex premier il sindaco Stefania Bonaldi e il vescovo monsignor Daniele Gianotti. 

 

Populismo e sconfitte politiche

Il nuovo libro dell’ex premier – intitolato Contro venti e maree. Idee sull’Europa che verrà - si apre con una riflessione sul populismo e sul suo “uso strumentale. Un alibi per ogni sconfitta politica. Diamo la colpa al populismo per cercare di spiegare, senza riuscire, tutto ciò che accade e non comprendiamo.  Oggi la rivoluzione digitale rende tutto trasparente. Gli errori della classe dirigente sono immediatamente visibili, cosa che non succedeva nel passato”. Il concetto accomuna l’Inghilterra, gli Stati Uniti e l’Italia. “La vittoria di Trump – prosegue Letta – non è causata dal populismo. È la conseguenza della scelta dei democratici che non hanno proposto la candidata più forte per batterlo”. Passando al referendum costituzionale italiano dello scorso 4 dicembre, “se il 59% ha votato no, non possiamo dare la colpa al populismo. È necessaria una riflessione attenta della società”.

 

Le elezioni in Francia

Passando ad analizzare la situazione francese, Letta ha messo in luce come “la politica odierna distrugge i partiti tradizionali. In Francia, come in Germania e in Italia, ci sono sempre stati due blocchi politici. Secondo i sondaggi al ballottaggio, in Francia, andranno due outsider fuori dagli schieramenti principali, ovvero della destra con il candidato Fillon e della sinistra con Hamon. Questo è già avvenuto negli Stati Uniti. La vittoria di Trump ha spazzato via i fronti democratici e repubblicani. Anche in questo caso non possiamo dire che è colpa del populismo quello che sta avvenendo”. Le elezioni in Francia hanno una notevole influenza anche sull’Europa: “Non potrebbe proseguire con la Francia rappresentata da Marine Le Pen che ha già dichiarato di portare il paese fuori dall’Ue in caso di vittoria”.

 

Leadership italiana

L’ex premier Letta ha fornito anche una visione del ruolo italiano nell’Unione Europea. “Nel nostro paese vedo una corsa ai voti facili parlando male dell’Europa. Un errore. Questo farebbe perdere una potenziale leadership italiana. La politica monetaria, gestita dalla Bce - la Banca centrale europea - è frutto del pensiero dell’italiano Mario Draghi. Guida l’istituto con credibilità, competenza e determinazione. Spesso siamo portati a credere che sia la Germania a decidere tutto, anche sul piano monetario, ma non è affatto vero. Le decisioni della Bce vengono prese da Draghi e dalla maggioranza dei paesi, con il voto quasi sempre contrario del rappresentante tedesco”. 

 

L’insegnamento ai giovani

“Il rapporto del cittadino con la politica è diverso rispetto ai tempi di Lodovico Benvenuti e Alcide De Gasperi. In quell’epoca aveva un senso dedicare la vita alla missione politica. Oggi no. La scuola Sciences po - Institut d’etudes politiques de Paris ospita 100 ragazzi italiani ogni anno e li aiuta ad avvicinarsi all’impegno politico, che non deve essere considerato un mestiere. Questo è il primo insegnamento che offro. Se viene considerata un’attività non si è persone libere nel momento in cui devono essere prese le decisioni”.  

 

I prossimi appuntamenti

Dopo la mostra De Gasperi, il coraggio di costruire, affiancata dall’installazione Lodovico Benvenuti, un cremasco per l'Europa (qui il dettaglio), sono in programma incontri, lectio magistralis, conversazioni e approfondimenti con personalità di respiro internazionale. I contributi saranno pubblicati sulla piattaforma web www.europadomani.it. Come sottolineato da Marco Cassinotti, “partendo dal locale si vuole interagire nella vita economica, politica e sociale, cercando di alzare l’asticella del confronto e del dialogo”. Il prossimo appuntamento è in programma venerdì 28 aprile alle 17.30 nella sala Rossa del palazzo vescovile con il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti. Sabato 29 aprile alle 15.45, sempre nella sala Rossa dell’episcopio, si terrà la conversazione con il fondatore e presidente del Gruppo Averdi Giovanni Arvedi e il vescovo di Vigevano e segretario della commissione Cei per i problemi sociali e del lavoro monsignor Maurizio Gervasoni.

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