Sarà un consiglio comunale dai toni caldi quello in programma domani, giovedì 23 gennaio a Spino d’Adda. Il gruppo d’opposizione Spino Futura presenterà un’interrogazione per fare chiarezza sulla questione della mancata stipula dell’accordo per la costruzione della Rsa. Come spiega il capogruppo Paolo Riccaboni: “chiediamo al sindaco Galbiati di non dare falsa testimonianza, perché non c’è pregresso. Il problema ha iniziato a verificarsi dal 2016 in poi. Noi non capiamo come nel 2022 si sia data la possibilità di creare una residenza socio assistenziale dandosi di una società svizzera che, come ci è stato riferito, si occupa di calzature”.
‘Interessi, penali e spese’
“La vicenda - prosegue Riccaboni - rimane fumosa. In consiglio vogliamo cercare di diradare questa nebbia per il bene degli spinesi. In secondo luogo chiediamo garanzie affinché venga restituito al comune quello che gli spetta. Compagnia Residenze Lombarde deve rendere 8500 metri quadri di aree e una penale di 50 euro al giorno per la durata della vicenda. Inoltre il sindaco deve rendere conto delle variazioni di bilancio attuate per spese legali che ha dovuto sostenere. Vogliamo che si persegua il bene del comune. Chiediamo quindi spiegazioni su: interessi, penali e spese”.
Galbiati: ‘ la mancata firma non dipende dal comune’
Il sindaco Enzo Galbiati è intervenuto sulla questione: “l’area di Viale Ungaretti è di proprietà privata dal 2005, venduta dall’amministrazione di allora alla società Compagnia Residenze Lombarde. Nessuna delle cinque amministrazioni che si sono succedute da quel momento è riuscita a chiudere questa complicata vicenda, compresa quella di Riccaboni in carica dal 2011 al 2016. Il progetto della Rsa, fortemente voluto dalla nostra amministrazione e avente radici nella amministrazione Poli, avrebbe rappresentato una soluzione concreta non solo per questa annosa questione, ma anche per il contenzioso con il privato. Dove Riccaboni voleva dei palazzi noi vedevamo una Rsa. Purtroppo, la mancata firma non dipende dal comune, ma dall’assenza di accordo tra il privato e il suo acquirente. È quindi evidente che le accuse rivolteci sono non solo pretestuose, ma anche mal indirizzate. Non c’è nulla da nascondere, solo rammarico per un’opportunità persa, causata da fattori esterni all’ente comunale. Il nostro unico interesse è e rimane quello di tutelare gli interessi della comunità. Stiamo già lavorando, in coordinamento con il nostro legale, per pianificare i prossimi interventi”.