21-12-2023 ore 20:30 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema approva il bilancio 2024 a maggioranza: tra pandori, demagogie e destini segnati

Il consiglio comunale di Crema ha approvato il bilancio di previsione 2024. Compatta, la maggioranza ha espresso 14 voti favorevoli, altrettanto granitica la minoranza nel bocciare il documento con 7 voti contrari. Risultato accolto con due pollici alzati dalla plenipotenziaria della giunta, a sentir Borghetti “la persona che ha più potere politico in amministrazione”. Dallo sconfitto competitor invitata, nel suo delizioso accento romagnolo, oggi avvolto in un elegante cappotto scuro con tanto di sciarpina, ad esser “meno prudente e più coraggiosa”, oseremmo dire persino audace, “nello spender di più le risorse in bilancio per sostenere gli investimenti”. A onor del vero, il dibattito è stato piuttosto articolato e frizzante solo in un paio di occasioni: specchio dei tempi, anche in politica sembra definitivamente smarrito il gusto per la battuta salace, per la singolar tenzone verbale, per la sfida intelligente a convincere gli altri di avere in fondo ragione, per aver almeno argomentato bene, seppur nel torto.

 

Il pandoro, la polizia e il destino segnato

Insomma, a due giorni di distanza dalla precedente assemblea, è andato in onda un consiglio sfacciatamente lento, quasi silenzioso. Un consiglio dal destino segnato, inesorabilmente colto dal collega del Torrazzo: “lo approvano a maggioranza”. Un consiglio col pandoro, i cioccolatini, i bicchieri di carta e le bollicine a fremere al buio, nell’attesa del brindisi nella saletta accanto all’aula degli ostaggi. Una nenia soporifera, un copione arcinoto di uno spettacolo rianimato d’improvviso e con generosità quando l’assessora Fontana ha avuto l’ardire di bollare come “demagogiche” le posizioni di Giuseppe Torrisi in merito all’assunzione di nuovi agenti di polizia “per aumentare la sicurezza in città”. Soprattutto visto che il comune di Crema viaggia ben al di sotto della soglia di spesa e che gli agenti della locale “meritano più dei 2 euro l’ora per i servizi esterni” o gli “otto euro netti degli straordinari”. Sarà anche il contratto nazionale, s’è infervorato "l’ex sostituto commissario in quiescienza" Torrisi, “ma se il massimo è 15, Crema ha deciso di stare molto al di sotto”. Indice, sostiene, della volontà di non valorizzare il personale. Oppure quando in uno slancio commosso, col quel ghignetto anni 70, alla Tomas Milian, Teresa Caso ha rispedito con pochi complimenti tra i banchi di minoranza “le sole recriminazioni per il mancato accoglimento delle singole proposte, su un bilancio da oltre 40 milioni”. Insomma, è parso di udire, eleganza istituzionale vorrebbe che si arrivasse in consiglio non solo pettinati per le foto e farsi fare i video da mostrare a parenti e amici, ma anche preparati dallo studio rigoroso delle carte.

 

 

Il gilet dopo le piccole cose

Una considerazione che ha mandato in bestia almeno un paio di consiglieri. Arrivati persino a sbuffare, con le guance rosse, lividi di rabbia, per il mancato riconoscimento di una tanto feroce, profonda, significativa opposizione. Lotta conclusa con un colpo ferale: visto che dall’opposizione riescono a portare “solo piccole cose, significa che anche a loro, sostanzialmente, il bilancio sta bene così”. E ciò, ha trionfato Teresa Caso, “non può che rafforzarmi nel convincimento che si tratti di un buon bilancio”, o per dirla con Debora Soccini, “un bilancio realizzato in modo trasparente e chiaro”, ovvero un bilancio “che rappresenta il meglio degli sforzi congiunti” di tutte (o quasi) le parti in causa. Decisamente contrario il voto di Simone Beretta, passato armi e bagagli da Crema non è uno slogan a Italia viva, tanto da confondere persino il presidente, “il buon Galmozzi”, che ogni tre sedute si ritrova a fare i conti con qualcuno passato da un gruppo all’altro e gli schemi scarsamente aggiornati: “dovreste chiedere scusa ai cittadini che pagano le tasse”, ha attaccato Beretta, puntando i bottoni del gilet verso la giunta, o in alternativa “dare la colpa alla Bonaldi”, per l’ignominiosa colpa di “non aver speso i soldi quando dovevano” e “aver fatto un avanzo di amministrazione mostruoso”. Addirittura “senza aver acceso nemmeno un mutuo”. Peccato stavolta si sia scordato di concludere l’intervento, sempre ben oltre il campanello del Maurizio Costanzo show, col tradizionale grido apache, sia letto in funzione apotropaica: “vivaddio”.

 

La fine di Tranquillo

Oggi noi cittadini cremaschi, ha chiosato l’ex promessa del ping pong del ridente quartiere di san Bernardino, “siamo costretti a pagare il triplo per le stesse cose. Peraltro non ancora realizzate”. Di giovani ha parlato Beretta, “vergognoso che non si creino opportunità di lavoro e i ragazzi siano costretti a cercarlo altrove”, mentre Martina Baldrighi (per Crema Lab) ha lodato le iniziative dell’amministrazione in ambito culturale e turistico, ricordando che “l’investimento negli asili nido, un servizio fondamentale, consente alle donne di non dover sacrificare lavoro e carriera”. Calato il ritmo per l’incipiente arrivo del Natale, che rende tutti più buoni (o almeno così dicono), è intervenuta Laura Zanibelli. La pasionaria di Forza Italia oggi ha abbandonato il maglioncino natalizio color pastello di martedì scorso per tuonare contro un divertito sindaco: “spero che i cittadini non si annoino a vedere i lavori pubblici procedere così lentamente”.

 

 

La favella sobillatrice

In un irrefrenabile moto heavy metal s’è addirittura spinta in un profetico “io non sarei tanto tranquillo, signor sindaco: ha parlato di così tanti progetti da rilanciare nel 2024 che mi vien da domandarle, ma quante favole avete raccontato ai cittadini l’anno scorso”. Tra i giornalisti, data la pervicacia dell’inchiesta, s’è avanzata l’idea che il titolo della favella sobillatrice, (parlo per conoscenza personale) fosse L’investigatopo. Sì proprio lui: Basil. Convintamente aderenti all’assunto di Torrisi, “con la demagogia non si va avanti”, arriviamo alla conclusione citando il capogruppo della Lega, Andrea Bergamaschini: “sono preoccupato, signor sindaco. Ha detto che nel 2024 apriranno molti cantieri: a Crema si sa quando apre un cantiere, ma alla fine non si sa mai quando chiude”. L'augurio di buon natale dei Pantelù ha portato una sferzata di gioia, grazie alla botta glicemica delle caramelle alla frutta donate con generosità dai babbi natale. Il presidente Renato Stanghellini ha chiesto di non dimenticare le persone più sfortunate, per le quali il gruppo di volontariato ha preparato 1300 pacchetti dono. Un piccolo gesto per far sentire amate anche le persone sole della città.

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