21-07-2023 ore 14:15 | Politica - Rivolta d'Adda
di Claudia Cerioli

Rivolta d’Adda. Domenica 23 luglio raccolta firme contro la chiusura notturna dei parchi

Domenica 23, dalle ore 9 alle ore 12, in piazza Vittorio Emanuele II a Rivolta d’Adda un gruppo di cittadini allestirà una postazione per la raccolta firme contro L’ordinanza del 21 giugno emanata dall’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giovanni Sgroi, che ha introdotto il divieto, per tutti i cittadini, di usufruire degli spazi verdi comunali negli orari notturni, ma anche addirittura di stazionare nelle immediate vicinanza di tali aree, prevedendo sanzioni pecuniarie fino a 500 euro per i trasgressori. Alla base della decisione dell’amministrazione comunale, il comportamento incivile di alcuni utenti dei parchi comunali. Alcuni cittadini, eterogenei per orientamento politico, hanno ritenuto di opporsi a questa ordinanza, ed hanno attivato una raccolta firme online e saranno presenti anche in piazza, domenica, per una raccolta firme cartacea.

 

‘Restrizioni che colpiscono tutti’

Le ragioni che hanno spinto gli attivisti sono semplici: esistono già leggi a tutela della quiete pubblica, il cui disturbo è sanzionato come reato civile e penale, ed è già codificato un sistema di controlli da parte delle forze dell’ordine. L’ordinanza emessa dall’amministrazione introduce una pesante limitazione della libertà personale di tutti i cittadini sancita dalla Costituzione; limitazione non giustificata da uno stato di emergenza (come avvenne per il Covid), né da ragioni di gravi di sicurezza o sanità. Impedire alla cittadinanza di passeggiare nei parchi del paese dalle ore 23 o il mattino molto presto (anche in considerazione delle temperature elevate che l’estate porta con sé), o anche solo di stazionare nei pressi di queste aree, non risolve da sé il problema del vandalismo, che necessita di controlli, ma danneggia invece i cittadini che usufruiscono correttamente degli spazi verdi. I cittadini di freepark chiedono che si applichino le norme già vigenti in difesa della quiete di tutti e dell’ambiente urbano, senza introdurre gravi restrizioni che colpiscono tutta la cittadinanza. Il mancato rispetto delle norme di convivenza civile da parte di alcuni non può tradursi nella pesante negazione di un diritto fondamentale per tutti.

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