21-07-2020 ore 10:40 | Politica - Crema
di Gloria Giavaldi

Ripresa e cambio di passo. Il viceministro Misiani a Crema, tra territorio ed Europa

C’è l’accordo sul Recovery fund: l’Europa è unita. L’annuncio è stato dato all’alba. Il sole oggi è sorto ed è destinato a splendere alto in cielo. Lo speravano tutti, ieri sera, lunedì 20 luglio, sul palco del circolo Arci di san Bernardino perché “la ripresa ed il cambio di passo”, in tema di lavoro ed economia, devono partire dalla coesione. “Nessuno si salva da solo. Dall’Europa non arriverà Babbo Natale, ma fondi utili a finanziare progetti condivisi e priorità ben definite: la digitalizzazione, il green new deal, l’inclusione sociale territoriale, la riduzione delle disuguaglianze”. Lo dice con convinzione il viceministro dell’economia e delle finanze Antonio Misiani. Con lui sul palco l’assessore al bilancio del Comune di Crema Cinzia Fontana, l’imprenditore cremasco e presidente Adi (Associazione per il disegno industriale), Umberto Cabini, Tommaso Anastasio della rete comunità socialiste e Marco Pedretti, segretario generale Cgil Cremona. L’approccio è strategico, pragmatico: “Dobbiamo fare in modo che questa emergenza sia il catalizzatore di cambiamenti che ci consentano la svolta dopo 20 anni di stagnazione”.

 

Recessione e futuro

La recessione, oggi, è profonda. “Bisogna tornare al 1945 per trovare un dato così negativo”, ma la ripresa c’è. “La riapertura ha permesso ad interi settori di ripartire. I dati sono incoraggianti: la produzione industriale a maggio è risalita del 42% (è il dato più elevato in Europa) la produzione delle costruzioni del 168% e le esportazioni del 35%. Il sistema produttivo italiano sta dimostrando una reattività migliore”. Si percepisce un timido ottimismo, ma anche la consapevolezza degli sforzi da mettere in campo: “In questi mesi è stata attuata la più grande manovra economica dal Dopoguerra. Ovviamente non basta, ma queste risorse stanno dando una grossa mano all’occupazione italiana. È stato rafforzato il sistema sanitario, raddoppiando i posti in terapia intensiva e assumendo migliaia di medici ed infermieri”. Sono state attuate importanti azioni di equità sociale per il sostegno al lavoro autonomo e dipendente e alle imprese: “prestiti garantiti al 100% dallo Stato, crediti di imposta per affitti e sanificazione, importanti interventi sul versante fiscale”. È un inizio, ma non basta. “Serve un masterplan per l’Italia che dobbiamo scrivere insieme, con il coinvolgimento attivo di forze economiche, sociali e territori. Non possiamo correre il rischio che si tratti di un esercizio illuministico destinato a rimanere sulla carta. L’Italia è un grande paese con grandi potenzialità: mettiamole a frutto”.

 

Coesione territoriale

Due, dunque, secondo Misiani, i baluardi da cui muove la ripartenza. Il primo: la coesione territoriale, tema ampiamente trattato dall’Assessore Fontana: “La situazione emergenziale ha ridato centralità all’azione pubblica e ha fatto capire che la dimensione territoriale è vincente e merita di giocare un ruolo da protagonista. Sempre, non solo durante il Covid”. Poi si focalizza su Crema, o meglio sull’area omogenea, che durante l’emergenza è stata “un importante presidio di tenuta sociale”. “Il Covid – continua – ha generato nuove fragilità e nuove disuguaglianze rispetto alle quali il Comune è chiamato ad intervenire, impiegando le ingenti risorse messe a disposizione dal Governo”. In particolare Crema destinerà 2 milioni e 117 mila euro per supportare le situazioni di fragilità, contrastare la povertà educativa e sostenere le imprese che maggiormente soffrono la riapertura. 500 mila euro verranno anche destinati “a sostegno dell’occupazione e della riconciliazione” per promuovere, nel limite delle competenze comunali, “politiche attive del lavoro collaborando con le forze sociali del nostro territorio. È il nostro modo per riportare il territorio al centro, perché oggi è la vera ricchezza”. Al coinvolgimento attivo guarda con favore anche Marco Pedretti, pur evidenziando la necessità di accompagnare la situazione con “il blocco licenziamenti e gli ammortizzatori sociali”.

 

La forza dell’Europa unita

Il balzo, dalla dimensione locale a quella europea, poi, è presto fatto. Ed è proprio questo il secondo baluardo. “Per la ripresa deve esserci una visione condivisa a livello europeo e priorità ben definite, attorno alle quali elaborare progetti nazionali”. Lo ripete, Misiani. Concordi sul punto Pedretti, Cabini ed Anastasio: “Lo sviluppo sostenibile e la svolta digitale vogliono migliorare la qualità del lavoro e dei lavoratori”, ammette il primo. “Auspico che l’Unione Europea trovi la sua strada ma anche che resti unita. È necessario fare le cose bene e velocemente” spiega Cabini. Tanto in Europa, quanto in Italia, perché “le persone hanno paura del domani, il calo dei consumi lo dimostra”. Secondo Anastasio “bisogna assumere provvedimenti con una prospettiva di progresso. Per farlo non bisogna chiudersi in se stessi ma valorizzare le relazioni con l’Unione Europea ed utilizzare al meglio i fondi”. Misani chiude con una buona notizia, parlando di Covid: “Oggi sono 47 i ricoverati in terapia intensiva. La situazione sta migliorando”. Ed un vaccino ci sarà: “Attualmente sono 150 i progetti di ricerca attivi a livello internazionale”. Si migliora. Lentamente, ma si va avanti. È la forza di un Paese che non ha mai mollato e che ce la farà. Anche stavolta.

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