21-02-2015 ore 12:17 | Politica - Crema
di Stefano Zaninelli

Crema. Da via Renzo da Ceri alle Poste, fino alla musalla: i problemi di Ombriano nell’incontro pubblico della minoranza

Sala gremita, ieri sera, per l’incontro pubblico Ombriano, quale futuro? organizzato dal consigliere comunale Tino Arpini, di Solo cose buone per Crema, con la collaborazione di tutte le forze di minoranza (presenti ieri sera con Andrea Bombelli, Laura Zanibelli, Simone Beretta, Antonio Agazzi e Paolo Patrini). Numerosi i temi snocciolati nel corso della serata: dalla viabilità al trasporto pubblico, passando per le case popolari, l’Ufficio postale di via Torre ed il luogo di culto islamico.

 

Via Renzo da Ceri, al contrario

Per snellire e fluidificare la circolazione ombrianese bisognerebbe “aprire via Renzo da Ceri a chi arriva da Lodi e sistemarla con porfido e arredo urbano. Ciò consentirebbe di risolvere l’assurdità ed il disagio della circolazione interna alleggerendo via Pandino e via Torre, dimezzando l’anello viabilistico ed evitando a chi da via Gazzaniga vuole recarsi in via Clavelli di fare il giro dell’oca. L’inversione del senso di marcia va inoltre nella direzione della salvaguardia del commercio ed occupazione, perché permetterebbe di non chiudere via Lodi al traffico”.

 

Via Torre, l’Ufficio postale

Altro tema molto caldo affrontato ieri sera presso l’Asilo di via Renzo da Ceri è la chiusura dell’Ufficio Postale di via Torre. “Noi – aggiunge Arpini – sottoscriviamo la petizione del Pd, ma spiace che utilizzino le criticità del quartiere per fare propaganda al partito. Sarebbe stato logico rivolgersi agli altri consiglieri comunali per raggiungere l’obiettivo oltrepassando lo steccato ideologico. Inoltre abbiamo costituito un piccolo comitato, e si riunirà nei prossimi giorni, per studiare le azioni da mettere in campo contro la chiusura del presidio postale”.

 

Il degrado alle case popolari

Come già documentato nel reportage Omrbiano che non va, Tino Arpini ha posto l’accento anche sulle condizioni in cui versano le case popolari di Ombriano: “il quartiere è violentato da volumetrie assurde, palazzi a 6 paini in fianco a villette e capannoni. La situazione, come riferiscono i residenti, sta diventando insostenibile: più del 50% dell’edilizia popolare è in mano ad extracomunitari e l’uso che se ne fa volge al degrado e al non rispetto delle regole, senza contare gli spazi comuni adibiti a discarica. Le case popolari vivono una situazioni di degrado a cui Ombriano non si vuole adeguare”.

 

Il luogo di culto in via Milano

Sullo scenario futuro di Ombriano sembra profilarsi sempre più l’edificazione di un luogo di culto islamico. Nella riunione di ieri sera, però, “non abbiamo discusso di quanti fossero a favore o a sfavore, bensì delle ripercussioni amministrative che la moschea potrebbe avere. Una di queste – conclude Arpini – è l’abbattimento dei valori immobiliari delle residenze vicine; la sua realizzazione, inoltre, contribuirebbe ad incidere sul degrado del paesaggio urbano”.

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