Non si fa attendare la replica da parte dei capigruppo della maggioranza in merito alle dichiarazioni del consigliere di minoranza Laura Zanibelli di rinviare i lavori al ponte di via Cadorna di un anno e affidare il parere a nuovi esperti. “Che sarà mai un anno di attesa in più? Nel frattempo ci potrebbero dire se davvero il ponte è pericoloso e si potrebbero “trovare interlocutori seri e competenti” e magari fare un nuovo progetto che non preveda più la chiusura totale della struttura durante i lavori stessi”.
La replica
“E tutti i tecnici comunali? E i progettisti, che sono uno studio affermato che proprio di ponti si occupa da tempo? Tutti poco seri e incompetenti? Un po’ di rispetto per il lavoro altrui non guasterebbe. E anche per il lavoro degli amministratori, perché, e la consigliera Zanibelli dovrebbe saperlo anche se finge di ignorarlo, non è certo il sindaco a decidere le modalità tecniche di progettazione e di realizzazione delle opere. Ci si affida, come farebbe ogni buon padre di famiglia, a chi ne sa di più: in primis agli uffici comunali, e poi a imprese note e affermate proprio per le loro competenze”.
I tempi
“Che sarà mai un anno in più? Certo non sarebbe la fine del mondo. Sarebbe un anno in più del disagio attuale, perché già oggi l’attraversamento del ponte, con i suoi limiti, crea disagi. Per poi magari, e molto probabilmente, arrivare allo stesso risultato: la necessità di chiudere il ponte durante i lavori. E immancabilmente sentire le accuse di ritardo, o peggio, da parte dell’opposizione. Ci fidiamo dell’Amministrazione e dei tecnici, i quali ci dicono che allo stato attuale della tecnologia i lavori di cui ha bisogno il ponte necessitano della sua chiusura, per la sicurezza del cantiere e di chi vi opererà e anche di quella dei cittadini”.
Problema che coinvolge la città
“Un nuovo progetto? Certo, poi magari qualcuno proporrà di realizzarlo tutto d’oro, o di abbatterlo e ricostruirlo in tre giorni. Ma, e anche questo la consigliera Zanibelli dovrebbe saperlo, un ponte non si progetta in una settimana: non è un garage. Occorre verificare e analizzare uno per uno i pezzi di acciaio che ne costituiscono la trama. E ha bisogno di passaggi amministrativi e di certificazione complessi. Allora altro che un anno in più! E’ un gioco, questo, che va avanti da troppo tempo da parte delle opposizioni, e al quale non ci vogliamo prestare ulteriormente. Su un problema che coinvolge la città, al di là del colore politico, ci aspetteremmo un atteggiamento più costruttivo da parte delle forze di minoranza che invece, al dunque si sono sempre sfilate votando contro, in consiglio comunale, ad ogni delibera che metteva risorse aggiuntive per approfondire aspetti progettuali o per affrontare gli aumenti dei costi. Evidentemente le opposizioni non sono mosse dalla volontà di risolvere problemi, ma solo da quella di ingraziarsi almeno una parte dei cittadini che, inevitabilmente, subiranno disagi dalla chiusura del ponte, e di provocare polemiche politiche, ma di quella politica che i cittadini stessi hanno imparato a non apprezzare”.
“Non è un libro dei sogni”
“Parole in libertà, quelle delle opposizioni, buttate lì senza preoccuparsi di ciò che comportano, solo per potersi poi intestare il merito di ogni cosa. Come quando chiedono, senza alcuna alternativa, che il ponte non venga chiuso durante i lavori – come se fosse una cosa che il sindaco potrebbe decidere senza tener conto dei tecnici – o di realizzarne un altro provvisorio o di destinare ristori alle attività. Tutte cose che il Sindaco e l’Amministrazione, esattamente come farebbe ogni buon padre di famiglia, ha verificato e sta continuamente verificando – e anche questo è stato detto e ripetuto in occasioni istituzionali e non – senza però interrompere l’iter progettuale e realizzativo. Perché se anche una sola possibilità dovesse presentarsi verrebbe certamente presa al volo. Parliamo però di possibilità, fatte di tecnologia, di tempi e di costi reali e affrontabili. Non di libro dei sogni”.