20-12-2015 ore 15:27 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Crema. Aggregazione Lgh ed A2A, Gianantonio Rossi: “un'operazione positiva, sostenuta dai numeri”

Particolarmente interessante, in Consiglio comunale, l'intervento di Gianantonio Rossi, Socialisti, sui numeri del mercato che riguardano il contesto in cui opera Lgh, “che ha una situazione economica non florida, ha chiuso il bilancio dello scorso anno in passivo ed il semestrale di quest'anno è peggiorativo di ulteriori 15 milioni di euro. Ha emesso obbligazioni per 300 milioni su un fatturato di circa 600, quindi i flussi derivanti dagli utili difficilmente riescono a sostenere questa situazione”.

 

Posti di lavoro

“In questo contesto – secondo Rossi - parlare di mantenere i posti di lavoro significa essere fuori dalla realtà, perché quando una società non riesce a stare in piedi, non ha prospettive di sviluppo è destinata a chiudere”. Lgh opera nel settore dell'energia elettrica, in modo marginale, nel settore gas metano e nel settore ambientale. “Dal momento in cui, in Italia, si è aperto il processo di liberalizzazione del mercato del gas, in 10 anni le aziende italiane che distribuivano gas, da 1230 si sono ridotte di oltre 1000 unità – molte aziende private, non solo municipalizzate - ed il mercato sarà foriero di nuove aggregazioni. Lo stesso percorso di liberalizzazione fatto in precedenza in Germania – dove esistevano 800 aziende, ha portato a 11 aziende regionali con fatturato doppio all'Enel”.

 

Rifiuti e ambiente

“Il contesto dei rifiuti, il settore ambientale, è quello più importante e incide per un quarto del fatturato ma dà il 48% del margine operativo; sottoposto al decreto Bersani, costringe alle gare, un percorso in antitesi all'esigenza dei Comuni di dare un migliore servizio a minor costo con colui che partecipa. Le aziende avranno meno profitti e la situazione economica non è destinata a migliorare”.

 

Contesto europeo

Allargando il campo al contesto in opera, “Lgh è una delle 4 aziende leader in Italia nel settore dei rifiuti, insieme a A2A, Iren, Hera”, incidendo solo per il 23%, mentre in Spagna, Regno Uniti e Germania, le prime quattro aziende hanno quote di mercato doppie. “La somma dei rifiuti trattati dalle quattro aziende italiane è di 6 milioni di tonnellate l'anno, in Francia, Veolia da sola ne tratta 33: come possiamo pensare che enormi investimenti sul piano ambientale, puntando sulla politica dei rifiuti zero, non lasceranno spazio alle aziende per restare in piedi?”

 

Il settore gas

“La liberalizzazione del gas prevede nel 2016 la distribuzione per Atem”. La riforma azzera le attuali concessioni comunali affidando il servizio di distribuzione del gas naturale per ambiti territoriali minimi e non più per singolo Comune; le concessioni comunali passeranno dalle attuali 6.950 a 177 e le società distributrici dalle attuali 320 circa a poche decine; “in provincia di Cremona – ha sottolineato Rossi - ci sono 3 Atem ed Lgh è presente complessivamente in 14. Le risorse finanziarie consentiranno la presenza in 4 o 5, per cui da soli saremmo destinati a scomparire, perché chi si aggiudica un Atem deve rimborsare gli investimenti effettuati da tutti i concessionari, con un enorme esborso di denaro finanziato o da nuovo debito o da un aumento di capitale da parte dei soci e non credo che i Comuni siano nelle condizioni di farlo”.

 

Municipalismo

“In un simile contesto, pensare a nuove forme di municipalismo, significa avere lo sguardo rivolto al passato. Penso che questa operazione con A2A s'abbia da fare”. A qualsiasi costo? Al riguardo, è stata valutata – dal punto di vista dei cremaschi – la situazione dell'inceneritore di Cremona. In Commissione, Dino Martinazzoli - amministratore unico di Cremasca Servizi - ha confermato ai consiglieri che l'inceneritore continuerà ad essere operativo, quindi attivo nel patrimonio di Lgh e non costerà 70-100 milioni per lo smantellamento. Non solo: per ulteriori 25 anni Lgh ha in gestione - per il recupero ambientale - due discariche dismesse nel territorio, Malagnino e Rovato. Come ricordato da Rossi, “è stato assicurato che gli accantonamenti a bilancio sono sufficienti a garantire i costi per tutti questi anni”.

 

I timori e le azioni

I Socialisti cremaschi non hanno nascosto alcune preoccupazioni: “arrivavano dalla valutazione delle azioni A2A. Come ricordato dal consigliere Boldi, dei 5 Stelle, siamo in presenza di un aumento della quotazione delle azioni del 60%, dal 31 dicembre 2014 ad oggi: da 0,838 ad 1,35. Il dubbio iniziale, legato al tempo di mantenimento delle azioni è stato fugato dall'accordo: le azioni sono libere, significa che in teoria possiamo acquisirle e rivenderle il giorno dopo”.

 

Il 4% di A2A

“Cosa facciamo del 4% che ci rimane della nostra presenza in A2A? Ho ricevuto garanzie che alla fine del piano industriale triennale, gli azionisti potranno optare per una dismissione della quota o al prezzo attuale concordato o al prezzo di valutazione della società in quel momento. Questa operazione è favorevole ai cremaschi: la politica, nel contesto dei servizi, funge da regolatore attraverso l'emanazione delle leggi e dall'Authority, non fa un passo indietro”.

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