“Il consiglio regionale della Lombardia si è dichiarato incompetente a normare ciò che il servizio sanitario regionale già è obbligato a fare: dare risposta a chi chiede di essere aiutato a morire”. Secondo Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, “la decisione presa dalla maggioranza di Attilio Fontana (eccetto il consigliere Giulio Gallera) è un atto di irresponsabilità nei confronti delle persone malate e dei medici, privati di ogni garanzia sui tempi e sulle modalità per chiedere e ottenere l’aiuto alla morte volontaria”.
Sentenza Dj Fabo
“La questione che Fontana e i suoi si illudono di scaricare su altri continuerà a gravare sul Servizio sanitario lombardo, che ha comunque il dovere di rispettare la sentenza Cappato-Dj Fabo della Corte costituzionale intervenendo “prontamente” come stabilito dalla stessa Corte nel 2024. Un “dovere” dimostrato anche dalle numerose condanne subite dalle Asl che si sono rifiutate di farlo. L’assenza di scadenze definite per legge determina lunghi tempi di attesa, come i 2 anni attesi da Federico Carboni e Laura Santi, e come sta accadendo anche in Lombardia con il recente caso di una persona malata che ha atteso 6 mesi prima di avere la conferma di possedere tutti i requisiti, senza avere ottenuto alcuna garanzia ora sulle modalità dell’autosomministrazione”.
Questione pregiudiziale
Sulla vicenda interviene anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Ventura: “è stata votata la pregiudiziale di costituzionalità del progetto di legge “Procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza n.242/19 della Corte costituzionale in quanto sussistono rilevanti questioni di legittimità costituzionale. Il progetto di legge presenta vizi di competenza”. Il centrodestra lombardo ha deciso di “promuovere percorsi di cure palliative e terapia del dolore. Fin dall’inizio vi erano criticità tanto su questioni tecniche che a livello giuridico e di competenza. Infatti, si sarebbero create disuguaglianze di trattamenti da regione a regione. La questione va normata a livello nazionale”.