20-11-2024 ore 20:33 | Politica - Crema
di Andrea Galvani

Qualità dell’aria a Crema, tra desolazioni varie, allevamenti intensivi e zone a basse emissioni

“La qualità dell’aria che respiriamo a Crema” è l’argomento scelto da Paolo Nicardi in apertura dell’ultimo consiglio comunale. “I dati recenti delle centraline Arpa, legalmente incontestabili, sono chiari: Crema ha raggiunto il 37esimo giorno di sforamento del limite europeo PM10 in 50 microgrammi/giorno. Peccato che il limite europeo stabilito sia di 35 giorno all’anno. E nel 2030 si ridurrà a 18 giorni all’anno”.

 

Più inquinati d’Italia

“L’anno scorso sono stati 49 i giorni di sforamento: Crema più di Cremona 44 giorni, il capoluogo più inquinato d’Italia. Facile dire è un problema di governo o regione, facile. Questo significa morti premature, problemi di salute che aumentano”. Il consigliere Nicardi s’è rivolto all’assessore Bordo: “Quali misure concrete sono state introdotte per affrontare questa emergenza? Il nulla, a parte che con grandissima fatica, insistendo, si è aderito volontariamente alle limitazioni del traffico indicate dalla regione, un grande sforzo per gli uffici comunali che ringrazio, una decisione presa a marzo e ad oggi, ahimè, mi pare siamo po’ in ritardo”.

 

Allevamenti intensivi

Molti i quesiti posti: “Quali progetti sono stati pianificati per arginare la situazione? Nessuno. Quali prospettive stiamo dando alla nostra città? Nessuna. Ah già, a Crema c’è la festa del salame. Che non sia mai parlare di allevamenti intensivi, che contribuiscono a peggiorare la qualità dell’aria? No, parlarne sarebbe roba da matti meglio la fetta di salame sugli occhi!”. Decisamente ficcante l’accenno alla commissione comunale ambiente e territorio: “più che ambiente sembra commissione dormiente. Perché indirla per affrontare temi urgenti come la qualità dell’aria sembra troppo complesso. Serve per parlare del lavoro da fare per l’ascensore di uno stabile; ma questa commissione è ancora risvegliabile?”

 

Zona a basse emissioni

Di fronte a quella che ha definito una “desolazione politica”, Nicardi ha lanciato alcune “proposte concrete che altre città hanno già messo in atto” e che anche Crema potrebbe realizzare: istituire una Lez, una zona a basse emissioni nel centro storico, per limitare il traffico dei veicoli più inquinanti. Non è fantascienza, Milano lo fa da anni con l’Area B. Tra le misure più praticabili e urgenti troviamo la creazione di aree alberate che grazie consentirebbero di ridurre l’inquinamento atmosferico e di mitigare il fenomeno delle isole di calore urbane”. Anche se previste nel Piano di governo del territorio vigente, “dobbiamo riconoscere che tali misure non hanno trovato ancora attuazione”.

 

Immobilismo

Per abbattere il livello dell’inquinamento e del caldo, si deve “incrementare il verde urbano e il verde verticale, piantumare alberi nei parchi, lungo le strade e creando facciate verdi sugli edifici pubblici”. Vanno istituite “le strade scolastiche, vietando il traffico veicolare negli orari di ingresso e uscita dalle scuole. E invece, qui a Crema? Sempre ad ammirare gli altri che fanno, mentre noi rimaniamo immobili”. Secondo Nicardi “non è questione di soldi, ma di priorità. E la salute dei cittadini dovrebbe essere la priorità numero uno. Siamo onesti: oggi Crema non è all’altezza per queste sfide ambientali ed è priva di una visione per il futuro. Dove vogliamo andare se non riusciamo nemmeno a garantire un confronto sull’aria che respiriamo? Questa immobilità politica è frustrante, inaccettabile”. Rivolgendosi all’amministrazione, “basta con le parole vuote, basta con i rinvii, non esistono solo i tagli dei nastri. Crema merita molto di più. Continuerò a stimolare iniziando con una interrogazione sull’argomento”.

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