Antonio Macrì e Piergiuseppe Bettenzoli del Comitato verità e giustizia per gli ospiti della Fondazione benefattori cremaschi chiedono le dimissioni dall’incarico di presidente della fondazione, della presidente Bianca Baruelli e di tutto il consiglio d’amministrazione. Si affiancano a quanto dichiarato dal consigliere della Lega Nord del comune di Crema Andrea Bergamaschini. L’appello è all’amministrazione comunale. “È l’unica possibilità di rilancio per una struttura che occupa 400 dipendenti e accudisce 370 ospiti. Il sindaco Fabio Bergamaschi, la giunta, valutino i risultati di questi anni e operino una scelta di forte cambiamento per il bene di una fondazione che è nel cuore dei cittadini cremaschi”.
Le perdite e il direttore generale
I due rappresentanti del comitato commentano l’audizione, in consiglio comunale, lunedì 16 ottobre, della presidente Bianca Baruelli. Partono dalle “perdite di bilancio: 1.5000 mila euro per il 2020; 760 mila euro per il 2021, 960 mila euro per il 2022 e la previsione per il 2023 di una perdita di euro 300 mila euro. Si aggiunge a questi il rinvio del pagamento delle rate dei mutui, concesso dal governo, che però dovrà essere onorato”. Commentano la mancanza di un direttore generale. “Con questa strategia, la presidente ha dichiarato di aver risparmiato oltre 100 mila euro all’anno”.
Gli aumenti delle rette
“Baruelli non ha ricordato - proseguono Bettenzoli e Macrì - le circa 140 persone decedute, in meno di tre mesi nel 2020, nelle due strutture gestite dalla fondazione, a causa della mancanza dei dispositivi, del mancato isolamento dei sintomatici, della mancata sanificazione dei reparti, del tardivo utilizzo dei tamponi, insomma un mancato coordinamento della gestione dell’emergenza, o per dirla con il procuratore di Cremona, una gestione in alcuni casi ‘imprudente”. Affrontano poi l’aumento delle rette. “Dal primo novembre è di 3,50 euro al giorno per la Rsa, secondo aumento in un anno dopo quello di gennaio di quattro euro al giorno, per un totale di 225 euro di aumento mensile. Una stangata per le famiglie di 2.737 euro all’anno”.