É stata intitolata questa mattina al notaio Angelo Severgnini la ciclabile che collega il centro di Crema con la frazione dei Mosi. Presenti il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, il presidente del consiglio comunale, Gianluca Giossi; per la famiglia Severgnini, Beppe con la moglie Ortensia Marazzi e il figlio Antonio, il fratello Francesco e don Francesco Ruini, parroco dell'unità pastorale Crema nuova - San Carlo – Mosi. I cartelli apposti sulla ciclabile sono quattro: due alle estremità tra Crema e Cremosano e due sull'attraversamento in via Mosi nei pressi della chiesetta di santa Maria dei Mosi.
'Per coltivare memoria'
L'intitolazione rientra in un percorso più ampio compiuto dall'amministrazione Bonaldi sulla toponomastica. Come ha spiegato il sindaco Bonaldi: “la toponomastica ci può aiutare a recuperare pezzi della nostra storia, richiamare eventi e persone. Diventa uno strumento semplice per coltivare la memoria: anche un cartello con un nome ci permette di ricordare e lo consente specialmente alle generazioni future. Con questo spirito e in questo ambito, anche piuttosto poderoso, di lavoro sulle intitolazioni, è emerso che questa ciclabile non aveva un nome; il caso ha voluto che nella conversazione con Beppe Severgnini emergesse come suo padre, insieme agli abitanti di questo quartiere, avesse molto insistito per la sua realizzazione, erogando a suo tempo anche un contributo generoso per la progettazione esecutiva. Per questa ragione abbiamo deciso di intitolare al notaio Severgnini questo tratto, ricordandolo così anche nel suo complesso come figura importante di Crema, che ha intrecciato la sua vita professionale alla vita di questa comunità”.
Ricordare nelle piccole comunità
Secondo Beppe Severgnini: “oggi mio padre sarebbe davvero felicissimo, com'è sempre stato orgoglioso della ciclabile che riuscì a far realizzare, dopo un vero e proprio martellamento a tutti i sindaci degli anni Ottanta e Novanta. C'è un valore importante in questa intitolazione: nelle città si tende qualche volta a intitolare a luoghi distantissimi, a persone sconosciute dai nomi impronunciabili; io credo ci siano tantissime persone che hanno fatto bene nelle loro comunità ed è bello ricordarle”