La vocazione dell’area omogenea cremasca è quella di volgere lo sguardo verso Milano e a dialogare, oltre che con Cremona, anche con i territori limitrofi: lodigiano, bassa bergamasca e est milanese. È quello che ha sempre sostenuto il presidente Gianni Rossoni e che è stato ribadito con forza anche nell’incontro del comitato ristretto, durante il quale sono state illustrate le proposte a pochi giorni dalle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio. La tematica è chiara, l’obiettivo anche: quello cioè di dare vita a un progetto di politica federale attraverso la creazione di tre aree omogenee: Crema, Cremona e Casalmaggiore, con cabina di regia la provincia di Cremona. Senza il rischio di scorporare l’unità provinciale o di cancellare le identità singole di ogni territorio, bensì di convogliare le energie per ottenere opere e finanziamenti che facciano crescere l’area.
Raimondi: ‘le unioni sono sempre utili’
“Era già insito nel progetto della provincia di Cremona - ha dichiarato Walter Raimondi sindaco di Pieranica - Bisogna dire che, con la presidente Rossoni l’area omogenea sta prendendo piede su diverse iniziative, prima tra tutte la sanità territoriale. C’è un cambio di passo, per esempio, sul futuro di ‘Pluto’ (polizie locali unificate territorialmente organizzate) che consentono un servizio adeguato anche ai piccoli comuni. Io sono sempre stato favorevole sia alle aree omogenee che alle sue braccia operative: Csc (comunità sociale cremasca) e Consorzio it. Per i piccoli comuni ci sono due soluzioni: o si fondono fino a raggiungere i sei mila abitanti oppure restare piccoli con un ente regolatore. Personalmente se ho bisogno di informazioni su qualche opera importante mi affido a Consorzio it in modo da consigliarmi se è fattibile o meno per i comuni piccoli”.
Pandini: ‘si a progetti sovracomunali’
Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco di Montodine Alessandro Pandini: “si sta analizzando da tempo la questione delle tre aree omogenee. È un fattore importante perché si può lavorare come territorio e non come singoli comuni. Abbiamo visto come alcuni progetti sovracomunali, come i varchi elettronici o il reperimento di fondi del Pnrr, grazie all’ausilio di Consorzio it, abbiamo funzionato e siano stato concretizzati. Altrimenti i piccoli comuni sarebbero in difficoltà”.
Marani: ‘richieste condivise’
“Condivido l’idea di creare tre aree omogenee perché questi territori sono distanti e con esigenze diverse. È naturale poi che si condividano certi temi come la sanità e le infrastrutture. Già qualche sindaco del casalasco aveva proposto l’idea di trasporre al suo territorio il progetto territoriale cremasco in quanto l’unione è il punto di forza per dare concretezza ai progetti. Le richieste avanzate in regione sono state condivise sia come metodo che come proposte in sé”.